Sabatini Nela, doppio ex di Roma e Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport.
Ricorda il passaggio al Napoli. Era l’era post Maradona. Racconta l’atmosfera che tirava.
«All’inizio terribile. Io sono arrivato a novembre e ci fu un attacco da parte di 30 ultras incappucciati a Soccavo. Ranieri andò via e arrivò Bianchi che già mi aveva allenato a Roma. Nel mio esordio al San Paolo contro la Fiorentina però sessantamila tifosi chiamavano il mio nome, io che ero stato 11 anni in un’altra squadra. Ho ancora i brividi. Un’esperienza pazzesca, anche se breve. Ci siamo salvati anche perché in quella squadra c’era gente come Zola, Careca e Ferrara. Poi è arrivato Lippi con cui litigai. E finì tutto».
Parla anche di Maradona:
«Ho conosciuto Maradona da avversario e anche a Napoli l’ho incontrato quattro volte. Tecnicamente nemmeno dobbiamo discuterne, ma ciò che mi ha sorpreso è stato l’uomo. Una persona generosa, intelligente, umile. Lui è sempre stato sincero, non voleva essere un modello. Quando è morto ho provato un vuoto».
È vero che non ha avuto amici tra i calciatori? Gli viene chiesto. Risponde:
«Amico è una parola importante e la tengo per poche persone. In città grandi come Roma o Napoli è più difficile portare avanti i rapporti rispetto alle piccole realtà».