Come è stato diverso l’approccio mediatico ai forfait in nazionale dei calciatori che giocano in Italia. Lo scorso mese di ottobre il napoletano Insigne, alla vigilia dei match di qualificazione agli Europei 2016 contro Azerbaigian e Norvegia, fu costretto a lasciare il ritiro della Nazionale. Una botta presa durante Milan-Napoli di campionato, gli procurò un versamento al ginocchio operato la stagione precedente. Per gli sportivi italiani Insigne diventò il traditore della Patria e il Napoli un club che non aveva al cuore gli interessi della Nazionale, grazie anche ad una polemica montata ad arte dai media nazionali.
In questi ultimi giorni in una situazione simile sono state invece coinvolte Juventus e Milan, che hanno negato propri calciatori alle nazionali. Eppure l’attenzione mediatica è stata più soft quasi a voler nascondere sotto il tappeto il polverone.
La Juventus si è opposta (contro la volontà del calciatore) alla convocazione dell’Argentina che intendeva portare Dybala alle Olimpiadi di Rio in Brasile. Già, proprio alle Olimpiadi la più importante manifestazione sportiva mondiale, principale mezzo per la diffusione della cultura e dei valori educativi dello sport di decoubertiana concezione: “Nel Giuramento Olimpico chiedo una sola cosa: la lealtà sportiva”.
Il Milan ha invece detto no alla convocazione di Donnarumma e Romagnoli nell’Under21 di Di Biagio. Gli azzurrini il 2 giugno devono disputare una partita amichevole contro i pari età della Francia, che ha il nobile scopo di ricordare Valeria Solesin unica vittima italiana della strage del Bataclan di Parigi dello scorso mese di novembre. Probabilmente i rossoneri avranno voluto tutelare l’integrità fisica dei due calciatori, perchè troppo utilizzati in stagione. Eppure il Milan non ha partecipato alle coppe europee. Il club rossonero ha invece dato il benestare alla convocazione del giovane difensore Calabria, che parteciperà all’amichevole con i transalpini alla pari del “napoletano” Grassi.
Insigne, Dybala, Donnarumma, Romagnoli: storie simili ma con un’attenzione mediatica diversa.
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