Il Napoli è in crisi di risultati a causa di molti fattori diversi. La Gazzetta dello sport pone l’accento sul mercato.
“Si era parlato di un organico competitivo, ricordate? E nessuno si è mai sognato di pensarla diversamente. Fino a quando, però, gli incidenti di percorso non hanno costretto Gattuso a ricorrere alla panchina. I 152 milioni spesi tra gennaio e agosto 2020 sono sembrati noccioline rispetto alle prestazioni di coloro che sarebbero dovuti essere i rinforzi «necessari per essere competitivi». Gli ultimi risultati hanno evidenziato, invece, la fragilità di Rrahmani, di Bakayoko, di Lobotka, dello stesso Osimhen, anche se all’attaccante bisogna riconoscere l’attenuante dell’infortunio.
Nel frattempo, la questione s’è fatta maledettamente seria, i risultati scarseggiano e di botto è finito tutto in discussione. Dai dirigenti all’area tecnica, fino ai giocatori, nessuno escluso. Manca un’identità di gioco e gli ultimi sforzi iniziano a pesare sulla condizione fisica. La delusione che vive l’ambiente trova i suoi responsabili nella gestione tecnica e societaria. De Laurentiis ha investito Cristiano Giuntoli della questione mercato, ma si sa che le dinamiche del club hanno un passaggio obbligato: l’approvazione da parte dell’amministratore delegato, Andrea Chiavelli. Senza il suo assenso nulla si muove.
Il d.s. ha pianificato con l’avallo di Gattuso la campagna rafforzamento, ha risposto alle sue sollecitazioni ingaggiandogli prima Demme e poi Bakayoko per il centrocampo a due; gli ha preso Politano per avere una valida alternativa a Lozano che, poi, si sta rivelando la vera sorpresa di questa squadra. Alcuni stano giocando ma non sono titolari (Demme e Politano), altri come Rrahmani e Lobotka vengono impiegati pochissimo, mentre si preferisce utilizzare giocatori in scadenza di contratto, che non stanno di certo sostenendo la posizione del tecnico azzurro con la mediocrità delle loro prestazioni”.
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