Il Napoli a Genova perde la testa( della classifica) inizia male la partita, con la testa, e esce da Marassi con un gran mal di testa.
Tutta questione di testa? Forse si ma c’è anche altro.
La squadra non è mai arrivata prima sulle seconde palle e questo bel calcio è determinante.
Non ha saputo reggere l’impatto della Sampdoria ma non è certo una novità di stagione.
Anche in passato accadeva che gli avversari producessero il massimo sforzo nella prima frazione di gioco.
Bisogna essere preparati e prendere le contromisure.
Tatticamente il Napoli di Ancelotti è una squadra che occupa più campo rispetto a quello passata.
Le distanze tra i giocatori sono maggiori e il raddoppio o, addirittura la triplicazione nel pressing sul portatore di palla antagonista è più difficile.
Allan, ancora una volta ha corso e giocato per tutti ma non può reggere il peso di un intero reparto da solo.
Zielinski e Diawara hanno toppato non garantendo né copertura né inserimenti, né cambi di gioco.
Anche nel secondo tempo non c’era mai nessun centrocampista a seguire l’azione per recuperare palla sulle respinte della difesa sampdoriana.
Il lavoro degli esterni, poi, è assolutamente determinante, ma ieri Insigne e Verdi non hanno interpretato bene nessuna delle fasi di gioco.
Ad oggi Callejon sulla corsia destra sembra insostituibile.
A questo va aggiunta anche la condizione di forma non ancora ottimale di Mertens che ha saltato tutta la preparazione pre campionato.
Infine la sfortuna, non un alibi ma un dato oggettivo.
I gol subiti dal Napoli in queste tre giornate sono quasi tutti eurogol.
Partendo da quello di Immobile, passando per Bonaventura, fino a Defrel e su tutti la gemma di Quagliarella.
Senza considerare il mistero della VAR che non convalida un gol netto a Milik annullato per motivi misteriosi dall’arbitro.
Ora la pausa che non permetterà ad Ancelotti di lavorare con il gruppo al completo.
Poi si ricomincia e sarà full immersion tra campionato e Champions.
I’anteprima è finita ora inizia il vero show.
Bel calcio a tutti.