Napoli: siamo ad aprile o a giugno?
È vero non esistono più le mezze stagioni, aprile sembra luglio ma il cambiamento non è solo climatico è anche calcistico.
Da settimane, ormai, a Napoli non si parla altro che di futuro.
Impazza il toto allenatore e toto calciatori.
L’attitudine ad essere anticipatari non è una novità, in fondo, è sempre calciomercato ma quest’anno si esagera.
Il Napoli dovrebbe essere concentrato sul finale di stagione e non solo per onore o qualificazione in Europa.
Tutte le stagioni ricominciano come sono finite, anche quando fai rivoluzioni.
L’anno precedente allo scudetto, il Napoli, dopo lo sbandamento, finì bene e andò in Champions.
Così anche l’anno dei 91 punti con Sarri alla guida, nacque da uno strepitoso finale di quello precedente
Ricordate? Fu chiesto ai calciatori di accorciare le ferie di fine stagione per preparare al meglio quella che, di fatto, portò il Napoli a sfiorare uno scudetto che solo eventi mai chiariti, gli impedirono di vincere.
Funziona così nel calcio ed un’altra delle sue regole non scritte ma codificate è che non si recuperano 20 punti da un campionato all’altro.
Unico caso, in negativo, è rappresentato proprio dal Napoli che in questo anno maledetto è riuscito a perderne 30.
A giugno potrebbe esserci una rivoluzione ma prima ci sono 6 partite da giocare, mica si chiude tutto perché il Napoli va male.
Concentrarsi,solo, sul futuro e, poi, lamentarsi dell’indegno presente è incongruo
ed è l’alibi migliore che si possa offrire a calciatori che ne hanno avuti già abbastanza.