Qualcuno direbbe che “l’attesa aumenta il desiderio”, oppure, citando il filosofo tedesco Lessing, che “l’attesa del piacere è essa stessa il piacere”: ciò che è sicuro è che la sfida Napoli-Barcellona, di scena il 25 febbraio al San Paolo, vale “una stagione” e forse anche qualcosa in più.
Il Napoli di Gattuso si sta ritrovando e sta diventando sempre di più anche il Napoli di Insigne, che sembrava aver perso smalto durante la precedente gestione di Carlo Ancelotti, passato all’Everton e già entrato nel cuore di tifosi e addetti ai lavori inglesi.
La sfida di fine febbraio ricopre un fascino tutto particolare: le due avversarie sono le due squadre in cui ha giocato Diego Armando Maradona in Europa e il Barcellona è la squadra dove attualmente gioca quello che è considerato l’erede del “pibe de oro”, quel Leo Messi capace di battere tutti i record sia di goal sia di palloni d’oro portati a casa.
Messi è infatti a quota sei, davanti al suo rivale di sempre Cristiano Ronaldo, fermo a cinque.
L’effetto Messi: De Laurentiis spera in un San Paolo gremito
Determinati sportivi e campioni hanno una risonanza mediatica ed emotiva semplicemente superiore: Leo Messi è uno di questi e lo sa bene il proprietario della Filmauro.it, Napoli e Bari De Laurentiis che, in vista della sfida del 25 febbraio in casa al San Paolo, ha aggiustato di conseguenza i prezzi dei biglietti, con la tribuna Posillipo a 250 euro.
Ma a placare la “polemica” in realtà mai davvero cominciata è stato Formisano: l’addetto marketing dei partenopei ha affermato che i prezzi sono gli stessi del match contro il Real Madrid e ampiamente in linea con le partite di Champions League. La partita con il Barcellona sarà anche un test importante per Gattuso, al battesimo in Champions League contro una corazzata che al 31 gennaio è vista dagli addetti ai lavori e dalle scommesse calcio di Betway fra le prime tre candidate alla vittoria finale a quota 7,50, dietro solo alle due inglesi Manchester City di Guardiola e il Liverpool di Klopp. Non soltanto un test tecnico quindi, ma anche un termometro dello stato di “feeling” fra il pubblico e la squadra: sicuramente la vittoria contro la Juventus ha riavvicinato i supporter partenopei e gli arrivi di Lobotka e Demme hanno donato un po’ di entusiasmo alla piazza.
L’effetto Gattuso sulla squadra
Così come esiste un effetto Messi-Cristiano Ronaldo che influisce sull’affluenza di pubblico allo stadio, sembra esserci anche un effetto Gattuso, abilissimo nel toccare alcune corde quando i giocatori sembrano spenti e demotivati. Lo aveva già dimostrato a Milano, gestendo al meglio un materiale umano non eccelso, riuscendo a far disputare a Suso forse la sua migliore stagione in Italia e garantendo continuità e serenità a Calabria, giocatore distante da quello che stiamo vedendo quest’anno.
Ebbene a Napoli sembra che stia beneficiando di quest’inerzia Lorenzo Insigne, capace di mettere a segno quattro goal decisivi consecutivi, contro Perugia (doppietta) e Lazio in Coppa Italia e Juventus in campionato, per quello che sembra un “capitano ritrovato” e un calciatore completamente diverso da quello abulico e timido della gestione Ancelotti. Il lavoro di Gattuso si sta facendo sentire: da buon motivatore qual è, l’allenatore calabrese sta “punzecchiando” tutti quegli uomini che aveva visto sottotono al suo arrivo a Napoli: Zielinski ad esempio, il gioiellino polacco ambidestro ha ritrovato il goal dopo tanto tempo all’asciutto e non è un caso.
La scelta di esonerare Ancelotti era stata accolta da molti addetti ai lavori come un “azzardo”, come un gesto di protagonismo da parte della società partenopea, altri, invece, ci avevano visto la necessità di donare nuovamente serenità ad uno spogliatoio che sembrava non remare più dalla stessa parte. Il “sacrificio” dell’allenatore emiliano ha avuto un grosso contraccolpo, in particolare nelle prime giornate in cui Gattuso si è dovuto sobbarcare critiche, aspettative e tensione, ma da uomo di campo qual è ne sta uscendo a testa alta e la squadra comincia a seguirlo. L’attesa con il Barcellona cresce, così come l’amalgama fra l’allenatore e i suoi giocatori: a giovarne è tutto l’ambiente.