Napoli, Da Maradona a Mertens passando per Hamsik, poi Insigne che corre verso Ancelotti come era accaduto con Sarri, le parate di Meret e la prova importante di Luperto.
Sono già state stilate pagelle, analizzate statistiche, riportato dichiarazioni. Insomma hanno già fatto il lavoro sporco e, forse, anche un po’ noioso, su una partita, diventata pericolosissima per le convergenze astrali che l’hanno preceduta ma finita bene.
Allora restiamo sul tema inesplorato dell’esoterismo. La magia che si infila tra le pieghe delle storie di calcio come Callejon entra tra le linee delle squadre avversarie.
Gli uomini decisivi sono quelli di cui si è più chiacchierato in queste settimane. Mertens e Callejon oggi qui domani chissà. Insigne e Ancelotti che si scontrano, litigano e fanno pace.
Magia che condiziona giocate e destini, devia cross e tiri e fa sbattere palloni su Meret, l’arcangelo azzurro che ci mette, anche, la faccia per parare.
Iniziali incise nel destino del Napoli: D M. Diego Maradona e Dries Mertens, come Zeus e un dio minore che, con tutto il rispetto lo lascia dietro.
Una partita come altre, giocata a casa di Mozart, ma dalla squadra di una città che ha messo il mondo in musica. Il re, Carlo, che diventa mago Merlino, ascolta i sussurri del campo, legge i segni, prevede, sceglie e vince. Perché basta poco: solo tre punti per trasformare un baratro in un dolce pendio.