Il Napoli oggi è una squadra strozzata in gola, come un gol mancato di un soffio, come lacrime che hai vergogna o paura di piangere, come parole non dette per orgoglio, come urla di rabbia soffocate.
In fondo parliamo di amore, il calcio è amore, è passione, è relazione. Anche nel calcio come nell’amore c’è un inizio, un’evoluzione e una fine. Ora bisogna capire a che punto è la relazione emotiva tra i vari soggetti in questione: Calciatori, società, staff tecnico, media e tifosi.
Ecco i tifosi sono un po’ come i figli di una coppia che sta attraversando una forte crisi e stanno in mezzo, vittime di litigi insopportabili. Solo che in questo caso non è una coppia tradizionale ma una ‘famiglia allargata con relazioni diverse, intrecciate, aggrovigliate. Nella matassa va trovato il capo, il filo che scioglie i nodi. Psicologia, tattica, tecnica, idee, obiettivi, ruoli, un intreccio complesso. Si scioglierà?
Vedremo. Nel frattempo a Milano si sono visti dei piccoli segnali di miglioramento nel secondo tempo che hanno colto anche i giocatori. Resta la consapevolezza in tutti che, a pochi giorni dal big match con il Liverpool, si parli soprattutto di multe e raccomandate, quando c’è un appuntamento così prestigioso.
I tifosi si guardano attorno, con circospezione, preoccupati e anche un bel po’ depressi. Avrebbero voglia di potersi godere una partita memorabile e di certo emozionante e magari sciogliere quel nodo in gola con un profondo, liberatorio sospiro di sollievo.
In fondo, lo abbiamo detto il calcio è amore e l’amore necessita di compromessi e capacità di adattamento. Ci sono momenti in cui si da, altri in cui si riceve e si va avanti tra cadute e risalite fino a che c’è la voglia di non spezzare il filo.
Oggi questo filo è tremendamente attorcigliato e serviranno mani pazienti, calma e buona volontà per liberarlo, sempre che ci sia la voglia di farlo.
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