Editoriale

Napoli non è pronta a mettere da parte così presto allegria ed entusiasmo ed a farsi scucire lo scudetto dal petto senza averlo onorato

Noi non siamo pronti.

Diciamolo subito e chiaramente, non siamo pronti a scucirci questo scudetto dal petto così presto, dopo averlo sognato per un lungo pezzo di vita e averlo magnificamente conquistato.

Il Napoli non è un occasionale, non ha vinto lo scudetto per caso ma ha costruito il  successo anno dopo anno, nonostante tutti gli ostacoli incontrati lungo il percorso.

Questa è una squadra fortissima, talentuosa, spettacolare, di carattere ed era anche molto organizzata tatticamente.

Garcia, nelle dichiarazioni del post partita dice di non voler trovare scuse poi parla di distrazione Champions e mancanza di determinazione ma il discorso non regge.

Il Napoli, prima di Genova è entrato male in campo a Frosinone ed ha dovuto recuperare, ha sofferto mezz’ora contro il Sassuolo ed è affondato con la Lazio.

Non dimenticando che questi ragazzi sono gli stessi( tranne uno) che nella  scorsa stagione non hanno mai sbagliato un match prima e dopo la Coppa.

Quindi sanno come si fa.

Piuttosto bisognerebbe spiegare perché:

Il Napoli abbia incassato 5 gol in 4 partite di cui due in sequenza su calcio piazzato, perché la squadra non sviluppi gioco sulle fasce, perché abbia un giro palla lentissimo, perché Osimhen non abbia più palloni giocabili e sia solo come Tom Hanks in Cast Away, quale dovrebbe essere la posizione di Kvaratskhelia, perché a Genova Ostigard era quello che si trovava sulla linea di centrocampo con la squadra schiacciata in avanti a fare il passaggio filtrante(?) e perché ancora oggi non si capisce quale sia il progetto tattico.

Il pareggio contro il Genoa è arrivato solo per le qualità individuali nelle giocate di Raspadori e Politano.

La sostituzione di Kvaratskhelia con Zerbin è sembrata la messa in pratica di quanto detto dal tecnico dopo Napoli-Lazio:

“Se non puoi vincere una partita almeno devi pareggiarla”

Logica che stona se applicata ai campioni d’Italia.

Quanto al  discorso sulle motivazioni, deve essere molto caro a Garcia che esordì parlando di questo,  il giorno della presentazione, paventando cali di tensione post vittoria, chissà come suonò alle orecchie di uno spogliatoio che aveva appena vinto un campionato e raggiunto i quarti di Champions con feroce determinazione.

Di sicuro ci sono gesti ed espressioni spontanee ed incontrollabili come quello( peraltro molto contenuto) di Kvaratskhelia alla sostituzione e le facce mortificate di Raspadori e Politano nel post partita.

Così come lo vediamo tutti che questa squadra ha perso allegria e spensieratezza, in campo non sorridono più.

Garcia invece non si dice preoccupato.

A noi non resta altro da fare che sperare abbia ragione lui, raccontare i fatti e provare ad avere risposte su scelte tattiche che ad oggi appaiono poco chiare.

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