Editoriale

Napoli-Milan: una serata di ordinaria follia.

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Il Napoli si suicida, l’arbitro fa sfracelli e Ibra le butta dentro, quasi tutta qui Napoli-Milan.
Vi saranno capitate giornate storte, iniziate male e finite peggio.

Quando il disappunto per un imprevisto o una stupidaggine, si trasformano in rabbia ottusa che porta solo a sommare errori su errori?

Ecco, questo è stato il Napoli.

Non ha praticamente messo mai in campo, quanto provato prima della partita. Sbaglia all’inizio e per la frustrazione sbaglia ancora e ancora.

C’è la follia.

Il primo gol di Ibrahimovic è una macchia enorme nella stagione della difesa azzurra e in particolare di Koulibaly. Non si può prendere gol così e farsi surclassare in quel modo. Lui sarà anche Ibra ma tu sei Koulibaly.

Poi Di Lorenzo (perde palla, favorendo la ripartenza sul secondo gol e sbaglia una rete clamorosa) Manolas, Fabiàn, Insigne (nonostante il gol). E i cross inutili di Mario Rui, e la fatica sterile di Lozano.

Si salvano solo Bakayoko e Politano.

Non è una questione di modulo ma di testa. Calciatori splendidi in nazionale, inguardabili nel club.

Vanno bene la patria e la bandiera ma gli stipendi li paga il Napoli e prestazioni così non sono comprensibili.
Fatta salva la buona fede di tutti, chi non ha continuità non sarà mai un campione.

Poi c’è “l’ordinaria” follia.

L’arbitro che ammonisce Bakayoko per un fallo mai fatto e infine lo butta fuori ma grazia Ibra dopo una gomitata a Koulibaly che sta ancora aspettando la sanzione.

Le partite si condizionano di più con decisioni simili, piuttosto che assegnando o negando rigori.

La cosa più grave è, però, che il Milan, nonostante tutto questo, non abbia surclassato il Napoli. Ha fatto il suo onesto lavoro capitalizzando al massimo le occasioni ma senza imporre gioco.

Questo è il dato più preoccupante e su cui riflettere e lavorare.

  • Può bastare agli avversari una buona organizzazione tattica per battere il Napoli?
  • Dove sono finiti il furore, la fame e la determinazione?

Alcuni li avranno lasciati nelle valigie che non avranno avuto il tempo di svuotare, ma se per il resto del mondo vale il motto “Chi si accontenta gode” nel calcio chi si accontenta, spesso, perde e, sempre, non lascia il segno.

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