Il calcio è composto da pochi elementi: squadra, allenatore, società e tifosi.
Escludendo i tifosi che, oggi, non possono incidere in nessun modo, restano in tre.
La squadra, per ammissione di Gattuso non fa in campo quello che prova (poco, causa tempi stretti) in allenamento. Se la squadra non riesce ad applicare la strategia studiata dall’allenatore i motivi sono due:
non ci crede oppure non ci riesce.
In entrambi i casi deve essere il tecnico a trovare le soluzioni, perché in campo ci vanno i calciatori.
Dando per scontato che non ci sia malafede, è evidente che, se non riescono a replicare quello che studiano in allenamento, bisogna metterli nella condizione di fare in partita quello di cui sono capaci.
Al Napoli mancano, da troppo tempo, Mertens ed Osimhen che non sono solo i finalizzatori ma anche gli snodi del gioco che Gattuso ha in mente. Purtroppo, ci vorrà ancora un po’, prima che tornino al meglio e quindi diventa obbligatorio avere piani alternativi.
La mancanza di continuità e le goleade, alternate a brucianti sconfitte, sono il segno evidente che, per restare a galla in attesa di tempi più favorevoli, bisogna mettersi in modalità risparmio energetico.
Strappare punto dopo punto, rosicchiando quel che si può, avrebbe portato anche oggi ad una classifica migliore e non è mai troppo tardi per pensarci. Perché, alla fine, è sempre la somma che fa il totale.
Infine la società.
La società rappresenta la summa degli altri due elementi, li ingloba pur essendone staccata, una trinità insomma.
Che cosa può fare? In ambito interno quello che fanno tutti in questi casi, facendo sentire il proprio peso e dispensando certezze che riempiano le buche scavate dai dubbi.
Nei confronti del resto del mondo, mostrare chiaramente le proprie intenzioni.
Sussurri e grida non portano e non tolgono punti e, dispiace dirlo, ma non pesano neanche sulle scelte.
Fanno parte dello show e servono da sfogatoio ma incidono niente, però danno fastidio e disturbano.
Quindi se la società e Gattuso hanno deciso di proseguire, a prescindere, lo sanciscano pubblicamente.
Qualora non siano convinti, per motivi diversi, andranno avanti così, navigando tra gli scogli attenti a non sbatterci troppo.
Tra una virata e l’altra, sperando nel vento buono e l’onda amica per arrivare arrivare in porto tra le prime quattro.