La squadra gioca bene e ha dominato tutti gli avversari fin qui incontrati. E’ un dato di fatto. Alzi la mano chi pensa di poter dimostrare il contrario.
Così come alzi la mano chi può dimostrare che gli altri allenatori siano davvero riusciti a trovare le contromisure all’integralismo di Sarri, messo sotto accusa da chi è fenomeno in TV e puntuale delusione in panchina. Soprattutto si faccia avanti chi può dimostrare che il Napoli meritasse di non vincere con la Lazio e in Turchia, nonché di perdere con il Besiktas al San Paolo, la Juventus e la Roma.
Il Napoli ha conquistato quattro punti in meno rispetto alle prime dodici giornate dello scorso campionato. Non si può negare, i numeri non mentono anche perché con il Napoli nessuno si scansa. Brucia soprattutto il -5 dal secondo posto della Roma che ha fatto finora gli stessi punti della passata stagione.
Eppure non è il peggior inizio da quando il Napoli è tornato ad essere un club competitivo in Italia. Così come dal punto di vista realizzativo il Napoli dopo le prime dodici giornate, è più o meno in linea con le passate stagioni malgrado l’assenza di Higuain.
Queste le statistiche del Napoli dopo dodici giornate:
Rispetto agli inizi delle annate scorse, è il dato dei gol al passivo che preoccupa. Non è certo la fase difensiva nella sua totalità da mettere sotto accusa, ma alcuni umani errori dei singoli che finora in campionato sono costati almeno 6-7 gol. Così come errori individuali evitabilissimi sono costati almeno 3 gol in Champions League e, soprattutto, la sconfitta con il Besiktas.
Ecco la vera mission di Sarri. Capire la fonte che porta a questi errori individuali. Un problema di concentrazione? Un’eccesso di sicurezza nei propri mezzi?
Magari è un semplice problema di condizione fisica, programmata per essere al 100% nei mesi in cui si decidono i campionati (e le coppe), proprio quel periodo che la passata stagione ha visto il Napoli accusare un vistoso e decisivo calo di forma.
Bisogna aspettare il 2017 e vedere se questa ipotesi è valida o resterà una pura illusione di chi è convinto che Sarri non era immune da errori la scorsa stagione, ma che non è neanche un brocco come qualcuno ha l’interesse di dimostrare. Sarri per quanto si vede in campo resta uno dei migliori allenatori italiani.
Il Napoli con Benitez ha già commesso una volta l’errore di perdere quel treno che avrebbe potuto dare alla società di De Laurentiis, una dimensione internazionale anche dal punto di vista organizzativo e strutturale.
Non si commetta ora lo stesso errore con chi è riuscito a dare una dimensione internazionale al gioco della squadra. Remare dalla stessa parte e fare sistema, è un obbligo per società, tecnico, squadra, tifosi e anche opinionisti e giornalisti. Insieme “We can”. Insieme un trofeo “Ci può stare”.
Forza Napoli, avanti con Sarri “sin prisa però sin pausa”. Poi a maggio si vedrà.