Napoli: il vero dramma di questa stagione.
Un fallimento certificato e protocollato con un due cifre: 45.
Sono i punti raccolti dal Napoli fino ad oggi, un emorragia mica solo dai numeri.
Quelli raccontano,a modo loro,
il depauperamento tecnico e mentale di un gruppo che è stato strutturato negli anni.
Nel calcio non si inventa niente ma si costruisce passo dopo passo, partendo da un progetto che si concretizza in campo attraverso le prestazioni, le vittorie e la consapevolezza.
Questa squadra ha perso tutto e non crede neanche più in se stessa.
Il sorriso lo hanno spento ad inizio stagione, insieme ai principi tattici, alla fiducia e all’idea di far parte di un gruppo dal quale traevano forza e si autoalimentavano.
La squadra campione d’Italia sembra un gruppo di soldati che al fronte si sono ricoperti di onore e medaglie poi tornati a casa in congedo, vanno in depressione e non si ritrovano più, per perdersi definitivamente.
Il vero dramma che, però, ha investito il Napoli,
sono questi famigerati 45 punti a due mesi dalla conclusione della stagione che non si sa quanti potranno diventare alla fine delle otto partite.
Comunque saranno pochissimi, al di là del fallimento di tutti gli obiettivi stagionali, saranno una dote scarsa e pericolosa dalla quale ripartire nella prossima stagione. Un vero guaio.
Perché non accade mai( tranne in rarissimi casi come quello del Napoli di quest’anno) che si sprechi un simile patrimonio strutturale.
Il Napoli, nella prossima stagione ripartirà dalla classifica di questa e dal lato nel quale finirà.
Nel calcio non si inventa niente e le rivoluzioni non cancellano le disfatte quando sono così clamorose.
Concentrarsi soltanto sul futuro è pericolosissimo, il presente determina il futuro che oggi è affollato da foschi presagi che riflettono i fantasmi di questi mesi.
Ora, più che mai è opportuno che la società responsabilizzi i calciatori perché tutti passano ma il Napoli resta e quello che sarà dipende troppo da quello che è.