Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, romperà il silenzio stampa, che durava dallo scorso 21 febbraio, e parlerà in conferenza.
La conferenza, che si terrà in un hotel a Roma, avrà inizio alle 15:45 e sarà l’occasione, per il patron azzurro, di illustrare il nuovo progetto, iniziato con la nomina di Luciano Spalletti come nuovo allenatore.
16.00 Tutto pronto per l’inizio della conferenza stampa: prende parola Nicola Lombardo, che presenta l’evento ai giornalisti presenti.
Prende parola De Laurentiis: “Vi ringrazio di essere venuti, sono stati momenti difficili, questi del Covid, e non ce li aspettavamo. Ci siamo fatti trovare impreparati e già nello scorso campionato è stato problematico concludere la stagione in ritardo senza poter programmare quella successiva. Non c’è stata possibilità di riposo, di un ritiro vero, di un mercato vero, una corsa per fare un assist agli istituzionalisti, che anziché tutelarci ci creano problemi non da poco.
Leggevo del problema del Premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi dissero di arrivare a Parigi e poi spostarci in pullman. E’ più importante una partita che la salute dei popoli?
Draghi deve prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l’80% di loro, ovvero 24 sono uomini che lavorano per il Paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Perchè Draghi è completamente disinteressato al mondo del calcio? perchè chi, come lui, ha una grande rispettabilità in Europa, non convince a posticipare l’inizio dei campionati ad una data che sia foriera di tranquillità e serenità sul piano vaccinale? Perchè in Europa non è nata un’obbligatorietà ai vaccini e sento tanta gente dire in giro che non vuole vaccinarsi. Evidentemente Draghi non ha considerato che in Italia il calcio ha una valenza economica molto importante ma, guarda caso, per colpa del Covid è sotto di 1,5 miliardi di euro, ma non mi sembra che il governo si sia messo una mano sulla coscienza per aprire una porta di innovazione e cercare di risanare i bilanci. Siamo tutti in rosso, a causa del Covid, e bisogna trovare una soluzione. C’è tanto da lavorare del calcio, non è mai stato fatto nulla: sono 40 anni che c’è una legge sbagliata ma non è mai stata cambiata, perchè dovrebbe pensarci il governo, ma il governo non fa nulla.
Rimproverarsi o rimproverare qualcuno è sempre la strada meno efficace, èerchè una volta che rompi qualcosa i cocci si vedono sempre. è stato un anno e mezzo improprio, senza la presenza del dodicesimo uomo, le partite sembrano giocate in un acquario, con le voci degli allenatori che sembrano quasi stordenti, diventando impetuosamente protagoniste. Con il tifo questo non avviene. Non mi rimprovero nulla perchè è stato un campionato falsato, per tutti, poi la dietrologia può portarti ad avere cattivi pensieri, ma io non faccio dietrologia. Io sono andato negli spogliatoi durante l’intervallo di Napoli-Verona per cercare di suonare la grancassa e mi ha fatto piacere vedere il gol del vantaggio, che mi ha quasi rasserenato. Non mi ha fatto piacere vedere, invece, il gol del pareggio: una volta arrivati alla fine di un campionato così complesso, dove anche il risultato degli altri conta tantissimo, dove tu in qualche modo sei già stato bastonato durante l’anno, anche quando meritavi qualcosa in più. Già il risultato con il Cagliari ci aveva creato non pochi patemi d’animo, ma non posso avere nulla da rimproverare. Abbiamo fatto un assist agli Europei, senza sapere se si potesse viaggiare in Europa, se fosse possibile aprire gli stadi, e anche ora stiamo pensando di iniziare la Serie A il 21 agosto, senza sapere se potremmo avere il pubblico sugli stadi. Vorrei che qualche collega mi dicesse “Aurelio hai ragione, convinciamo altri 9/10 colleghi a non partire. Qualcuno ci ascolterà.
Superlega? Florentino Perez, con cui ho fatto colazione a volte anche con Maradona, non mi ha mai contattato per la Superlega. Io sono contrario alla Superlega perchè organizzando un torneo con 12 squadre, dove inviti i partecipanti, non risolvi i problemi dell’economia del calcio. Bisogna invece prendere consapevolezza del fatto che Champions ed Europa League, a livello economico, non servono a nulla. Florentino ha avuto il merito non di creare la Superlega, che è una grandissima cretinata, ma di far capire il perchè si sia dovuto arrivare a tanto, anche a causa di chi crede di governare il calcio, quando invece dovrebbe svolgere opera di segretariato.
Sono anni che dico che avremmo dovuto creare un campionato europeo più equilibrato, senza sorteggi affidati al caso, in cui si basa tutto sulla fortuna e sulla sfortuna. I cinque paesi più importanti sono quelli che fatturano di più e possono permettersi calciatori più dispendiosi: Inghilterra, Spagna, Francia, Germania ed Italia, meriterebbero un campionato europeo a sé stante, ma dando a tutti la possibilità democratica di poter competere. Le prime sei squadre dei primi cinque campionati andrebbero a prendere posto in questa nuova competizione. 29 partite secche? No, perchè le squadre degli stessi paesi non si affronterebbero tra loro. In questo modo, porteresti a casa 10 miliardi. E gli altri 25 stati? Un’altra competizione a parte, in grado di portare oltre 1 miliardo di euro, per poi far affrontare le vincenti delle due competizioni. La UEFA non ha mai voluto ascoltare suggerimenti, visto che alle assemblee dell’ECA ho detto più volte che non si poteva andare avanti così. Il Napoli è passato dall’essere in Champions con Mazzarri, con 32 milioni di monte ingaggi, al non esserci, con 156 miliardi di monte ingaggi, e questo non è possibile. La speranza è che prevalga il buonsenso e tutti gli attori del sistema possano sedersi attorno ad un tavolo. ma se io faccio giocare la Juventus col Crotone, che nessuno si offenda, è difficile che possa batterlo, però lei mi dirà c’è una democraticità che va rispettata, lo sport è questo, però io le rispondo che Veltroni nel ’96 ha sancito che le società non sono dei club ma delle società per azioni, delle spa con bilanci e finalità lucrative. Se lei mi crea un torneo scompensato per capacità economiche, quindi poco omogeneo, lei non sta rispettando il concetto veltroniano.
Io critico verso il calcio italiano e la UEFA? No, ho semplicemente fatto un’analisi obiettiva. Il Mondiale 2022? Già ho detto che è un’altra supercazzata del secolo, ma parliamo della FIFA, quindi sempre di istituzioni, pur essendo Infantino una persona preparata e per bene, ma sono interessi nati ad opera del Qatar e quello che era valido pre-Covid, ora non è più valido. L’impresa privata sa dimensionare gli investimenti ed il mercato, l’impresa pubblica si basa solo su rapporti e strette di mano, non immaginando i danni a cascata per gli altri. Io ho sempre detto ai miei colleghi perché dobbiamo dargli i giocatori? Ce li pagano quanto noi dovremmo avere? No,e se qualcuno si fa male mi ridanno gli 80mln che valeva e che forse non valgono più? Ma di questo non parla nessuno. Io faccio un mercato, addirittura quest’anno li volevano per le olimpiadi, io gli ho detto ora ci guardiamo tutto in tv e manco giochiamo la Serie A e poi dicono che io ho negato Fabian alle olimpiadi con la Spagna, ma stiamo scherzando? Le istituzioni potevano rinviare tutto a dicembre se ci sono tutte queste competizioni, non è un problema nostro. Poi però vogliono le 20 squadre perché devono votare, quello non puoi farlo però devi giocare sempre.
Luciano Spalletti ha sempre avuto la mia stima e la mia considerazione, prima di andare alla Roma lo incontrai ma era ancora sotto contratto con lo Zenit, quindi virammo non ricordo se su Benitez o su Sarri. È un allenatore che non ci ha mai reso la vita facile, e gestire le situazioni che ha dovuto gestire a Milano e a Roma non è facile, e lui se l’è cavata molto bene. Insigne? Non ci siamo ancora visti, data la fine del campionato e l’immediata partenza per gli Europei, attenderemo la fine della manifestazione per sederci, per parlare e poi sarà quel che sarà. Il problema non è il non essere andato in Champions, ma il graduale aumento degli stipendi, che al momento ci hanno portato a spendere cifre che non fatturiamo e questo è il primo problema da risolvere, in un mercato in cui tutti sono afflitti dalle mancate entrate. C’è chi fattura molto più di me che non mi paga da due anni, e lo sta facendo solo adesso. Non deve esserci un ridimensionamento, ma una presa di coscienza per la quale il budget va rivisto, tagliando le spese eccessive, per riportare il Napoli sul binario giusto.
Non basterà vendere un giocatore, dovrai vendere quelli che hanno aumentato a dismisura, tramite la parte salariale, quello che il Napoli non può pagare. Purtroppo il Covid ci ha giocato un brutto scherzo, quello di avere fiducia nelle autorità, da buoni cittadini. In Europa, tutti sono andati a casaccio e tutti credevamo che la pandemia potesse finire molto prima. Probabilmente due acquisti o alcuni spostamenti non avrei dovuto farli, ma mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo. Avrei dovuto pensare al fatto che il campionato è falsato, e impormi di sopravvivere, ma da ottimista quale sono ho investito troppi soldi e mentre li investivo, mi telefonavano e mi dicevano ‘Hai un contratto per altri 2/5 anni, ma non lo possiamo rispettare’ e io ho commesso un errore di valutazione.
Una cosa che avrei voluto fare e non ho fatto dopo Verona-Napoli? A un certo punto, viste alcune partite dove il mister non si sentiva in perfetta forma, e visto che tutti gli interlocutori televisivi erano ex calciatori che lui conosceva, ho evitato che si potesse speculare, con il silenzio stampa, per creare un’unità di percorso. Non ho mai voluto esonerare Gattuso, l’avevo visto dolente, con gli occhiali e se non erro a volte addirittura non presente in panchina e io ho dovuto preoccuparmi di un eventuale peggioramento della situazione. Perciò chiamai Spalletti che mi diede la sua disponibilità, lo ringraziai dicendo che se ci fosse stato bisogno lo avrei richiamato. Convocai la riunione al Britannique, con la presenza della squadra, dicendo che gli stavo pagando gli stipendi con una settimana d’anticipo, nonostante le difficoltà, ma che Gattuso sarebbe rimasto e che avrebbero dovuto seguirlo. Benitez? Lo sento ogni 4-5 mesi, è rimasta una gran sintonia tra noi, perchè di lui mi piacque il suo essere inglese, dal punto di vista dell’organizzazione.
Prima di Napoli-Verona, visto che davamo per scontato che saremmo andati in Champions, avevo preparato un saluto e un ringraziamento per Gattuso, che però non ho più potuto pubblicare in quanto troppo enfatico, dunque ho dovuto rivederlo prima di renderlo pubblico. In ogni caso, già l’anno precedente io avevo deciso di non proseguire con Gattuso, ma poi non c’erano state le tempistiche per un nuovo cambio di allenatore. Con Mendes, che è un amico, avevamo parlato a lungo anche del rinnovo, ma lì non ci siamo trovati in linea e, una volta intervenuti i legali, abbiamo deciso di soprassedere. Ci è mancata continuità, che è stata una conferma del fatto che dovessi interrompere il rapporto con Gattuso, anche se fossimo arrivati in Champions. Italia-Belgio? Ovviamente farò il tifo per Insigne, da italiano.
Non voglio fare dietrologia, ma in una cena gaudente in quel di Dimaro, intratterrò una conversazione con i giocatori su Napoli-Verona, cercando risposte che non arriveranno mai, almeno non come le vorreste voi. Sacrificio di giocatori importanti? Bisogna capire con l’allenatore chi sostituire e chi non sostituire. Solo allora vedremo se il mercato ti permetterà di operare in entrata e in uscita. Venerdì vedrò Spalletti alle 12:30 a Castel Volturno, visto che lui diventerà nostro allenatore a tutti gli effetti da domani. Proposte indecenti? Magari arrivassero. Nessuno è incedibile per delle proposte appropriate.
Siamo abituati a Calciopoli, ma Calciopoli fa ridere in confronto ai libri, come quello di Cantone, dove si parla di un tale Dan, che sta a Singapore, insieme alla ndrangheta, con i messicani, passando per la Russia per gestire il calcioscommesse, girando fino a Napoli. Girano 500 miliardi in nero all’anno e, con questi soldi, si possono persino far eleggere presidenti di stati importanti, figuriamoci nel calcio mondiale. E’ scritto lì, ci sono partite e arbitri citati. Allora io vi dico voi ricordate i risultati, le espulsioni. Siete indottrinati, possibile non abbiate letto questi saggi e documenti?
Una cosa che mi ha fatto molto incazzare sono i cambi. Otteniamo i 5 cambi, è possibile farli solo gli ultimi 10 perché non so come amministrarli? Ma stiamo scherzando? Me li fai giocare 5 minuti quando mi hai fatto investire perché ci credevi da morire e si annullano come valore e crescita? Non è cambiato nulla con i 5 cambi? Poi dicono io devo andare d’accordo con lo spogliatoio, ma mica chi non gioca dall’inizio è un cretino? Poi giochiamo a luglio, nel caldo, interruzioni come nel basket, tutti intorno all’allenatore, e perché non si è continuato? Non è spettacolo anche quello? Il calcio è governato da anziani, i neuroni sono concepiti per conservare e non per innovare, temono di perdere la loro posizione dominante ed è grave. I giovani preferiscono le piattaforme virtuali, Fifa o sparatutto, si annoiano con le partite, qualcuno ha mai detto all’arbitro di non interrompere ogni 3 secondi per affermare il loro protagonismo? In Inghilterra il gioco è velocissimo, noi ci facciamo due palle così.
Obiettivo per la prossima stagione? Io devo far quadrare i conti e tornare in Champions. Con i tifosi mi posso scusare io, ma qualsiasi scusa dei giocatori o del capitano può sembrare una cosa voluta. Io dialogo con i tifosi, ci sono quelli che mi amano, altri che mi odiano, il tifoso ha sempre ragione, non ha interesse alla salvaguardia dei conti economici, vuole vincere e basta e non gli interessa niente, non c’è una logica societaria. C’è anche chi a freddo poi ragiona. Il silenzio stampa è stata una panacea: al di là del tavolo c’è un ex giocatore ed allenatore e, nei confronti di un allenatore che è stato calciatore da poco, c’è un ping pong che può far cadere nei trappoloni l’allenatore stesso. L’ex calciatore intervistatore vuole lo scoop e per evitare di rovinare un rapporto tra società ed allenatore si è messo il silenzio stampa. Ma io l’ho messo dopo aver sentito cose inappropriate, allora meglio mettere uno stop. Poi l’ultima partita che c’entra, siamo in silenzio stampa da 3 mesi e togli il tappo all’ultimo, io difendevo l’allenatore e voi l’avreste massacrato. Come mai erano spompati? Come mai ecc, invece si è provato ad essere coerenti, il tecnico ha fatto quello che poteva, negli allenamenti era altamente concentrato e dedicato….
Caso Salernitana? Guardi, è diffcile dare un giudizio, schierandosi da una parte o dall’altra. Certo è che se in società non posso avere una seconda squadra, nel momento in cui sto lottando per la Serie A, devo avere già le carte in ordine per una cessione. La stessa cosa forse per il Bari di mio figlio, io mi sono tirato fuori, ma se va in A c’è la diatriba sul grado di parentela. Che tu possa però mantenere un 10-20% di quote è tutto da vedere se è possibile o meno. Di ricorsi al tar o in Europa non ce ne sono stati, non c’è una giurisprudenza consolidata e bisognava sedersi molto prima, non un mese fa.
Strategia per tornare in Champions e ridurre i costi? E’ molto semplice, se non avessimo fatto giocare solo 5 minuti alcuni giocatori, ora avremmo modo di fare certe valutazioni e sostituire magari alcuni più affermati, alleggerendo perdite e costi salariali. Oggi come oggi servono grossi ragionamenti con l’allenatore, poi l’impossibile si fa con il piede in due scarpe, dovrei prima vendere per poi comprare, oppure comprare senza aver comprato, il giocoliere finanziario, qualcosa che i ds difficilmente fanno perché abbiamo sempre avuto capacità economiche in tempi diversi.
Dove vedo il Napoli tra 5 anni? Potrei vedere il calcio altrove, quindi anche il Napoli. Svolta sui settori giovanili? Assolutamente sì, ma nella vita post-Covid le priorità sono altre, non possiamo distrarre denaro. Le infiltrazioni sul territorio campano non lasciano grande serenità ai genitori, i quali cedono alle sirene del nord, pure quelle dell’Empoli del mio amico Corsi che ha un vivaio niente male. Si gioca molto su quello, certe squadre compensano in questo modo le mancanze a livello di fatturato. Non è un problema di strutture, avevamo il vivaio a Castel Volturno, ma decidemmo che non era bello ai 14-15-16enni far vedere quelli con la Ferrari, spostiamoci da un’altra parte e trovammo un posto niente male con palestra, piscina che poi è andato fallito. Cercai di prenderlo dal Comune, non hanno avuto questa intenzione e mi sono spostato al Kennedy, ho provato a comprarlo, ma ho capito che non tutto era ok e ho detto aspettiamo, ci sono altre priorità. Quando comprai per 34mln il Napoli, non c’erano calciatori, uffici, centro, nulla, Marino comprò le maglie dal tabaccaio ed a Paestum in un albergo organizzamo il primo ritiro e giocammo una gara, io non sapevo cosa rispondere, per me era arabo, non sapevo cosa rispondere, non sapevo nulla, partimmo da zero. Il primo anno di A giocammo l’Intertoto, abbiamo sempre fatto una salita, tutto questo salire forse vi ha illuso che avessimo il fiato per fare anche il vivaio e quant’altro. Il vivaio? Non tutti i genitori immaginano la permanenza dei propri figli in Campania se gli si offre il Lazio o altro. VAR a chiamata? Sono due anni che lo richiedo. L’Italia è il paese dei poteri forti, così come l’Inghilterra. Anche gli arbitri sono dei centri di potere. I centri di potere esistono perché si eserciti con forza questo potere per favorire gli amici e sfavorire i nemici. In Europa stanno molto più attenti al Var.
Prende la parola Chiavelli: “Il futuro del calcio italiano è legato alle persone che lo governano dall’interno, se esprimeranno una visione collettiva, generale, della concezione aziendale dei club”.
Edoardo De Laurentiis: “Il problema è che i presidenti non possono fare sempre finta di niente, non comandando, poi ho sempre detto che non esiste il fair play finanziario, ci sono dietro le banche che prestano soldi che forse non avranno mai”.
Riprende ADL: “Dovrebbe essere controllato la finanziabilità certificata, ma se lo chiedi alla FIGC ti risponde allora si iscrivono solo 4 società. Se Florentino ha combinato la frittata che ha combinato, significa che persino lì non quadrano i conti, il Barça stava per portare i libri in tribunale, e il Chelsea quanto ha messo prima di vincere? E il City o il PSG senza il Qatar? Quando ho fatto il progetto la scorsa estate di produrre noi le partite e commercializzarle ai tifosi, ho sentito tanti dire straordinario ma poi non l’abbiamo fatto perché non sono imprenditori.
Nell’incontro con Insigne peserà il taglio stipendi e l’ultimo rinnovo di Mertens? Mertens l’ho rinnovato 2 anni fa, ha un altro anno, l’uno non è relazionabile all’altro, hanno anche ruoli diversi. Da un confronto che avrò con Spalletti, da dopo domani, verrà fuori tutto ciò che si può fare o meno sulla carta, poi vedremo in realtà la realizzazione. Quanto circolato finora non c’entra niente, mi sono fatto una risata, faremo una conferenza con Emporio quando avrò del materiale, perché altrimenti sono chiacchiere e attualmente siamo in ritardo, cisto che prima del campionato, a Castel di Sangro, vorrei presentare le prime due. Secondo me dal 7 al 15 di agosto possiamo presentarle, se dovessimo riuscirci prima per miracolo, sarete informati. L’8 luglio alle 15, a Castel Volturno, ci sarà la prima conferenza stampa di Spalletti”.
17.54 Termina la conferenza stampa.