Brutto e noioso il Napoli visto contro l’Atalanta ma nessun giudizio può prescindere dal contesto generale e da quello particolare, di un match di cui si è giocato solo il primo tempo.
La stagione è al di là di qualsiasi canone e,all’interno di un’anomalia globale, il Napoli sta vivendo un momento difficilissimo, complicato dalle assenze prolungate di calciatori fondamentali e nel bel mezzo di una tempesta di cui non si capiscono origine e direzione.
Venti contrari che hanno formato un tornado che non si vedeva da molto tempo.
Tutti contro tutti e,intanto,
la squadra( accontentata, però, dal puntuale pagamento degli stipendi) deve andare in campo ogni tre giorni, fare punti( tanti) e cominciare a scalare posizioni in classifica, guadagnarsi una finale e andare avanti in Europa League.
Niente di speciale, in fondo sono pagati per questo.
Uno dei problemi di questo periodo, potrebbe essere il fatto che, in pochi abbiano la percezione che si è ancora a metà del cammino.
Questo sicuramente è dovuto alla quantità di partite compresse che danno la sensazione di un tempo infinito e al fatto che, tra la stagione precedente e quella attuale,
non c’è stata praticamente interruzione.
Discontinuità è un sostantivo molto di moda che vuol dire tutto e niente eppure se ne abusa.
Sicuramente il Napoli è stato discontinuo nei risultati e nelle prestazioni ma ultimamente anche negli atteggiamenti tattici.
Discontinuità se diventa imprevedibilità unita alla giusta umiltà si trasforma in una qualità ma da molti è già declinata come incapacità.
Eppure lo sanno anche i bambini che i conti si fanno alla fine e che è la somma a fare il totale.
Magari ci fosse stato un po’ di sano pragmatismo, anche, negli ultimi mesi, oggi il Napoli poteva ritrovarsi con quei 2/3 punti in più che avrebbero allentato un po’ di tensione.
I cultori della bellezza sono irriducibili romantici ma poi scoccia a tutti il narcisismo e la squadra che si specchia se non si porta a casa il risultato.
Oggi c’è poca pazienza e zero tolleranza, ognuno ha la sensazione di essere talmente tanto in credito con il destino da avere il diritto di poter pretendere qualsiasi cosa a prescindere dalla realtà dei fatti e non è sbagliato.
La delusione delle aspettative è la principale causa di conflitti interpersonali, soprattutto quando lo stress avvelena ogni fibra del corpo e della mente.
Bisogna essere veramente equilibrati e consapevolmente maturi, per dare giudizi pacati e non farsi prendere dalla depressione ma qui può entrare in gioco la millenaria saggezza partenopea.
Così anche il giudizio potrebbe essere sospeso almeno fino a che il gioco non sia davvero finito.