L’allenatore della Roma Josè Mourinho ha rilasciato una lunghissima intervista ai canali ufficiali del club giallorosso.
Questi i passaggi più interessanti delle dichiarazioni del tecnico portoghese.
“Un mercato super super difficile e il tanto tanto lavoro che c’è stato per il direttore Tiago, per gli scout, ovviamente per la proprietà, con decisioni difficili da prendere.
Le partite sono partite non mi piace la parola amichevole. La verità è che per i tre punti si gioca domenica contro la Fiorentina. Iniziamo giovedì in Turchia e questa è la pressione positiva che voglio io, che vogliono i giocatori e sicuramente anche i tifosi si divertono molto di più con partite vere, come mi piace chiamarle.
Di solito abbiamo lavorato ad alta intensità, alla fine tu giochi come ti alleni e si può anche dire tu ti alleni come giochi. E vogliamo giocare ovviamente con intensità. C’è anche un lavoro in palestra, di prevenzione, di recupero.
Abbiamo un rapporto molto buono a livello di programmazione delle sedute di allenamento. E penso che anche i giocatori sentano questo. La squadra è veramente unita e sentiamo questa unità e penso sia molto importante per noi, come staff tecnico, ma anche per il club, perché un giorno sarà la Roma senza Josè: però speriamo che la Roma senza Josè non sia presto, speriamo che sarà tra tanti anni.
Abbiamo iniziato qui con qualche squadra ovviamente di una serie diversa dalla nostra – Serie B, Serie C – e in questo caso è stato più per la continuità con le sedute di allenamento. Poi abbiamo trovato già delle squadre di Champions League, perché Porto e Siviglia sono due squadre che giocano la Champions, due squadre di un livello altissimo: e già quelle due partite sono state importanti.
In fase di possesso palla abbiamo capito che c’è tanto ancora da migliorare: voglio più controllo nel gioco, voglio più intensità nell’uscita in transizione. Anche da un punto di vista del posizionamento, stiamo preparando la squadra per giocare in un modo diverso rispetto a quello che facevano negli anni precedenti. Ovviamente c’è bisogno di tempo.
La situazione Dzeko: è stata una situazione strana. Si capiva che sarebbe andato a un altro club, però si respiravano un po’ di dubbi. Ho sentito i giocatori molto più preoccupati da questa situazione che concentrati sulla fine del ritiro precampionato. Dopo aver perso Dzeko Tammy Abraham, è stato, quello che voi italiani dite sempre, il colpo di mercato su Tammy, io preferisco dire “aspettate e vedrete”, lo dico con tutta la mia fiducia.
Non abbiamo quell’esperienza dei giocatori di 30-33-35 anni, non abbiamo questa esperienza come tu vedi alla Juve con Cristiano, al Milan con Giroud e Zlatan, o con Muriel, Zapata, con tutti questi giocatori già con grande stabilità ed esperienza. Non abbiamo questo, però, a livello potenziale, con questi ragazzi io non potrei essere più felice.
Il mercato è diventato un po’ diverso da quel mercato che avevo pensato io inizialmente. Il mercato è diventato diverso, è diventato diverso perché abbiamo perso Spinazzola per tanto tempo e perché abbiamo perso anche Dzeko. Il mercato è diventato diverso perché inizialmente abbiamo pensato solo a un attaccante e non a due e non abbiamo mai pensato a un terzino sinistro.
Come squadra sappiamo che non siamo la rosa più forte del mondo, non lo siamo e lo sappiamo, però siamo una rosa a cui nessuno può proibire di pensare che la prossima partita possiamo vincerla. Questa è la mentalità e nessuno può fermarci mentre andremo a ogni partita pensando questa partita la possiamo vincere. Sicuramente perderemo delle partite, pareggeremo delle partite, però vogliamo andare a ogni partita con questa sensazione: questa partita la possiamo vincere.”