Adolfo Mollichelli ha rilasciato un’intervista a Napoli Magazine
“Sento e leggo di scoramento infinito. Non scherziamo. E’ ancora tutto in gioco, anche se la Juve dovesse allungare oggi pomeriggio nel recupero con l’Atalanta. Basta ritrovarsi, guardarsi in faccia e fare quadrato. Non solo in campo, naturalmente. A buon intenditor poche parole. Perché se è vero – ed è vero – che tutto ciò che gravita attorno al pianeta azzurro fa notizia e viene dilatato per creare scompensi, è pur vero che si può fare tesoro degli errori commessi. Dalla comunicazione al campo. Stop. Ancora non riesco a capacitarmi di come abbia fatto il Napoli a non segnare neppure una rete all’Inter, tra andata e ritorno. Perché gli azzurri hanno tanta qualità in più rispetto ai nerazzurri, copyright Spalletti. Nel catino del Meazza, ribollente di passione per il genetliaco della Beneamata, l’orchestra sarriana ha steccato più di una volta, incapace di trovare la via della rete nonostante avesse avuto precise nozioni dal navigatore. S’era spesso trovata l’imbucata alle spalle di colosso Skriniar – connazionale di Hamsik – e del truce Miranda e però gli errori di mira, o meglio le scelte operate, sono risultate fatali. Troppa precipitazione in Mertens. Inspiegabile l’opzione pallonetto scelta da Insigne quando sarebbe bastato un tocco rasoterra per battere Handanovic. Lorenzo il magnifico che aveva fatto tremare Alisson, che si blocca nel momento topico del match. Assurdo, vien da dire. Ma neanche tanto. Perché tra coppe e campionato il Ciuccio s’è impuntato sulla collinetta. E’ su questa debolezza caratteriale che Sarri deve lavorare. Vado controcorrente: più psicologia e meno bellezza. Uguale: praticità. Se si appannano i riflessi (ma coppe e coppette gettate al vento dovrebbero fornire tonicità massima nei garretti), se gli avversari di rango hanno capito come limitare l’eterna bellezza, qualche antidoto andrà pur trovato. Non ho mai avuto la pretesa di sostituirmi agli allenatori, ci mancherebbe, ma a cose fatte mi chiedo, ad esempio, a che cosa servono i cambi ad orario se la strategìa è ferma. Ricordo: la strategìa vuol dire avere un piano, la tattica è il modo in cui attuarlo. Sono i capisaldi del gioco degli scacchi che, ahimé, ritrovo spesso nei titoli dei giornali. Ma quanti conoscono e praticano l’arte di Caissa? Stop. Nervi saldi e via col vento, a cominciare dal Genoa. A Sarri resta il Milan scorbutico di Ringhio Gattuso. Ad Allegri restano da scollinare insidiosi gran premi di montagna: Milan, Inter e Roma. Naturalmente, la madre di tutte le battaglie sarà Juve-Napoli del 22 aprile. Si accettano pesci anche se in ritardo di tre settimane” .