Non era mai successo che sotto Natale Higuain avesse scartato così pochi regali: a Napoli arrivò a metà dicembre con 8 gol segnati al primo anno, 7 al secondo e 14 al terzo.
Alla Juve si avvicinò alle feste già in doppia cifra alla prima stagione e a 9 in quella successiva. Al Milan siamo solo a cinque, l’ultimo segnato alla Samp il 28 ottobre scorso, tre giorni prima di Halloween. Se si considera lo stesso numero di giornate, il resoconto non migliora: solo nel 2013-14 il calcolo dei gol all’undicesima giornata dava il medesimo risultato. Quello però era il primo anno del Pipita in Italia, e come tutti gli esordienti meritava di un periodo di adattamento. A novembre Gonzalo si è arreso al mal di schiena dopo mezz’ora della trasferta di Udine e ai nervi tesi nella partita casalinga contro la Juve, con la conseguenza di due giornate di squalifica: il numero di gol resta modesto, e per quanto visto nelle ultime settimane risulta difficile immaginare un conto più consistente anche se non fosse stato costretto a fermarsi.
I NUMERI — Le cause possono essere tecniche e riguardare l’attacco intero: a Napoli Higuain ha vissuto il momento più felice della carriera, coinciso con il periodo d’oro di Insigne e Callejon. Alla Juve lo stesso: aveva di fianco la versione migliore di Dybala. Al Milan le difficoltà personali si sommano a quelle di alcuni compagni di reparto: Calhanoglu è in una fase di evidente involuzione, Castillejo deve ancora inserirsi e Suso, che al contrario è in una fase di ascesa, tende più spesso a far valere il suo sinistro a giro. Gonzalo va sostenuto con maggior convinzione ma come ha riassunto Reina due giorni fa «oltre a essere aiutato dai compagni, deve aiutarsi anche da solo». Pepe, che cura tanto l’aspetto tecnico quanto quello motivazionale, si riferisce a entrambi: Higuain deve andare più incontro ai compagni, una via di mezzo tra lo stabilirsi fisso in area e cercare lo scambio troppo indietro. Anche l’atteggiamento incide: Gonzalo è spesso nervoso e i segnali di insofferenza restano ben visibili. La tensione gioca contro la lucidità e può essere trasmessa al resto del gruppo. Che sia proprio la concentrazione a fare difetto è evidente anche nei numeri di tutte le competizioni stagionali: sette gol e una media a partita di 0,7 fino al trenta ottobre, zero assoluto dalla fine del mese in poi. Gonzalo ha invece migliorato il rapporto tra minuti giocati e tiri totali, quello delle occasioni create e – per una minima percentuale – anche quello degli assist.
Fonte Gazzetta dello Sport