La rivoluzione di Elliott al Milan ha lasciato strascichi in Tribunale. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, infatti, la situazione che rimane sotto i riflettori è quella dell’ex ad, Marco Fassone
Fassone era stato rimosso da Elliott nel corso dell’ultima assemblea dei soci per giusta causa. La contestazione riguarda la “compromissione del rapporto fiduciario per le modalità con cui ha gestito e comunicato l’instaurazione e la modificazione dei contratti con la società, la responsabilità nella predisposizione dei piani, la predisposizione e la struttura del mercato cinese”. Sono “fatti solo recentemente venuti all’attenzione – ha spiegato agli azionisti una rappresentante della proprietà -, sono in corso nuovi approfondimenti, e Rossoneri Sport Investment Lux si riserva ulteriori valutazioni per la tutela dei diritti propri e della società”
Con effetto immediato, quindi, Marco Fassone ha lasciato la carica di Amministratore Delegato del club. Ma, spiega il Sole 24 Ore, resta il nodo buonuscita. Elliott avrebbe proposto una buonuscita da 2,5 milioni di euro, ma Fassone avrebbe chiesto circa 10 milioni di euro, cifra che il fondo Usa si sarebbe rifiutato di pagare.
Le parti quindi ora sono in causa, spiega il giornalista Carlo Festa. La richiesta da 10 milioni si baserebbe sugli emolumenti da amministratore delegato (per cui riceveva attorno ai 200mila euro l’anno) e direttore generale (900mila euro l’anno), oltre al fatto che la buonuscita era stata definita già all’interno del contratto.
Secondo Elliott, invece, il contratto per emolumenti e buonuscita era stato stilato da Fassone con Yonghong Li con un accordo tra le parti, e quindi non sarebbe valido.
Fonte: Calcio e Finanza