Dries Mertens ha rilasciato un’intervista al Times.
“Anfield? Il ricordo più vivo che ho è stato quando tutti parlavano di questo cartello (il “This is Anfield poco prima dell’ingresso in campo), che pensavo fosse davvero tanto grande. Quando chiesi dove fosse, mi dissero che lo avevo già passato. Così, durante il secondo tempo della partita disputata lì, guardai questo cartello e mi chiesi: ‘E’ davvero così speciale?”.
Un ricordo che risale al 2010, quando il belga affrontò i Reds con la maglia dell’Utrecht imponendo lo 0-0, punteggio che stasera sarebbe sufficiente per centrare il passaggio agli ottavi di finale: “Non sappiamo giocare un match sulla difensiva e non vogliamo farlo contro il Liverpool. Vogliamo controllare la partita, senza parcheggiare l’autobus davanti alla nostra porta”.
Sui tre allenatori con cui ha lavorato a Napoli: “Sarri? Era uno molto scaramantico, ma ci ha insegnato un calcio diverso. Ancelotti ci mette tranquillità, non subiamo lo stress perché fa sembrare tutto così facile. Benitez parlava francese, inglese, italiano e spagnolo. Mi faceva sentire a casa, era come un vero padre per me”.