Attraverso le colonne di TuttoSport, in un’intervista esclusiva al quotidiano torinese, il presidente della Sampdoria. Massimo Ferrero, ha parlato di mercato confessando il suo pensiero sui campioni e sulle intuizioni dell’estate.
C’è anche di mezzo il Napoli, e come potrebbe non esserci, nei pensieri del presidente blucerchiato. I rapporti tra lui e De Laurentiis sono sempre stati distesi e pacifici, ed in estate questo era stato dimostrato dalla trattativa per Roberto Soriano, nell’ultimissimo giorno. Poche ore per convincere il calciatore a vestire la maglia del Napoli, poi saltò tutto perché il tempo era scaduto. Da allora, fino a qualche giorno fa, non se n’era più parlato ma Soriano è il calciatore con le caratteristiche che Sarri cerca a tutti i costi e che Giuntoli starebbe cercando di prendere:
“In Lega ho incontrato Lotito e De Laurentiis – ammette il presidente al quotidiano nazionale -. Abbiamo anche preso lo stesso aereo, ci siamo divertiti molto ma non abbiamo parlato di calciomercato. Avevo parlato con l’Inter per avere Ranocchia e Dodò, ma non c’erano i presupposti. Come mi ha detto spesso anche Montella, se alla Samp non arrivano calciatori motivati è meglio che non arrivino. Eder e Soriano li vogliono tutti, ma io non vendo nessuno“.
Ferrero si impone, quindi, ed anzi ribadisce: “I miei calciatori sono come figli e voglio che restino tutti – continua -. Eder ha detto no ad una mega offerta dalla Cina, ed alla Samp davano molti soldi, ma io preferisco tenermi lui. Se lui e Soriano vogliono andare via devono venirmelo a chiedere loro, altrimenti io non li cederò mai. Anche Fernando è corteggiatissimo. Purtroppo mi scoccia sempre la questione di essere considerati un club di seconda fascia: se Eder lo vendesse una grande costerebbe trenta milioni, a noi invece offrono due spiccioli. Allora me lo tengo e basta”.
Ultimo retroscena raccontato da Ferrero riguarda la decisione di far tornare Antonio Cassano a Genova: “A chiamarmi per venire a Genova è stato invece Antonio Cassano? È vero, è stata una scelta mia e della società. Mi sono guardato indietro per vedere se dovevo rendere conto a qualcuno, ma visto che sono il presidente non ho trovato nessuno a cui chiedere il via libera. Così mi sono fidato del mio istinto e l’ho preso. E avevo ragione: Antonio si è rivelato un grande acquisto. Ha il mio carattere e ne apprezzo la tenacia. Ha perso dieci chili, è motivato e io di cassanate non ne ho ancora viste. Sa di aver sbagliato a litigare con il grandissimo e compianto Riccardo Garrone. E non commetterà più lo stesso errore perché a Genova è rinato”.