Luca Marelli, ex arbitro di Serie A, ha commentato, tramite il proprio sito, i principali episodi da moviola dei due anticipi di ieri, che hanno visto le vittorie di Juventus e Napoli.
“Chievo – Juventus 2-3, arbitro Pasqua
Nel complesso un buon esordio del giovane laziale, atteso da una stagione decisiva per le sue ambizioni da internazionale. Fondamentale sarà per Pasqua trovare la continuità di rendimento, vero problema della scorsa stagione, iniziata benissimo e conclusa in netto calando di prestazioni.
Passano solo 8 minuti per il primo episodio dubbio della stagione.
Su passaggio filtrante di Douglas Costa in area di rigore, Cancelo tenta di indirizzare il pallone verso la porta clivense ma sbaglia la mira.
Il difensore juventino lamenta una spinta subita al momento di calciare:
Non assegnare il calcio di rigore alla Juventus è un errore.
Cacciatore (che, in caso di sanzione tecnica, avrebbe dovuto essere ammonito per il fallo: ci torno brevemente più avanti) tenta di anticipare l’avversario ma non trova altro che le gambe di Cancelo.
Rigore da VAR?
No, rigore da moviola.
Ormai sapete che questo è un concetto difficile da comprendere ma fondamentale per interpretare al meglio l’utilizzo della tecnologia. A maggior ragione in questa stagione, durante la quale si dovrà seguire la nuova dizione del protocollo che non è più limitata al “chiaro errore” ma al “chiaro ed evidente errore“. Una definizione ancor più stringente che, per conseguenza, diminuirà drasticamente gli episodi che potranno essere sottoposti al vaglio dell’arbitro.
In particolare Pasqua, in questa circostanza, si trovava in perfetta posizione per valutare il contatto e lo ha ritenuto nei limiti del regolamento.
E’ una fattispecie, dunque, sulla quale i VAR non avevano (e non avranno mai) alcuna possibilità di interferenza con la scelta assunta in campo.
Detto ciò, il contatto appare non marginale e, in mancanza di azione irregolare, è più che probabile che Cancelo avrebbe potuto calciare meglio il pallone.
Perché, in caso di calcio di rigore, Cacciatore avrebbe dovuto essere ammonito?
Perché non è cambiato il concetto secondo il quale, in caso di DOGSO genuino (cioè con un tentativo di giocare il pallone), il difendente deve essere solo ammonito nonostante eviti il concretizzarsi di una chiara occasione da rete.
Al minuto 36 altra protesta da parte della Juventus.
Sulla parte destra dell’area di rigore clivense, Cuadrado conquista un pallone vagante e viene attaccato alle spalle da Cacciatore:
Azione molto rischiosa da parte del difensore del Chievo ma Pasqua decide di non punire la trattenuta.
Come ormai sapete, la mia idea sul calcio di rigore è che debbano essere assegnato per episodi di una certa intensità. E’ vero, in questo caso, che Cacciatore cinturi l’avversario ma è anche vero che Cuadrado cade con troppa facilità per un contrasto che, in presa diretta, era sembrata non particolarmente irregolare.
A mio parere, in questo caso, è stato corretto sorvolare benché (lo ripeto) l’atteggiamento di Cacciatore sia da considerarsi molto al limite. Non sarei stato sorpreso dell’assegnazioni di un calcio di rigore ma non ritengo che ci fossero presupposti sufficienti per la massima punizione.
Corretto il silenzio del VAR: Pasqua ha visto l’episodio, ne ha valutato l’intensità, lo ha soggettivamente ritenuto nei limiti il contrasto e lasciato correre.
Al minuto 56 il Chievo realizza con Giaccherini la rete del momentaneo vantaggio del Chievo con un rigore trasformato e dallo stesso giocatore conquistato dopo un contatto con Cancelo:
Poco da commentare: rigore netto.
Giusto non comminare alcuna sanzione disciplinare a Cancelo: si tratta senza dubbio di azione potenzialmente pericolosa ma è altrettanto evidente che il difensore tenti di giocare il pallone non riuscendovi per l’anticipo di Giaccherini.
Al minuto 85 circa l’episodio centrale della gara.
Su cross dalla sinistra Ronaldo tenta di colpire il pallone e, successivamente, si scontra con il portiere del Chievo, Sorrentino, che rimane a terra:
Subito dopo Mandzukic devia il pallone verso la porta di testa. Il pallone è nettamente entrato e, in un primo momento, Pasqua convalida la rete.
Azione da rivedere in varie fasi.
Il contrasto tra Ronaldo e Sorrentino è del tutto casuale e dovuta alla dinamica dei due calciatori: Ronaldo cerca il pallone, Sorrentino anche. Il contatto nasce dal fatto che i due calciatori si lanciano sul pallone da due direzioni opposte e lo scontro è inevitabile. Se la rete fosse stata annullata per questo motivo, sarebbe un errore grave. E’ vero che Sorrentino è a terra ma è altrettanto vero che Mandzukic colpisce il pallone un secondo scarso dopo il contrasto, motivo per cui la momentanea inabilità del portiere non può essere considerata come giustificazione per interrompere il gioco.
In realtà il motivo dell’annullamento della rete e della “on field review” è da individuare in un particolare completamente sfuggito all’attenzione di Pasqua:
Ronaldo, nel tentativo di colpire il pallone, allarga il braccio sinistro. Il pallone, per quanto incocci anche nella spalla, viene colpito dal braccio dell’attaccante della Juventus.
Il contrasto del giocatore del Chievo (gomito appoggiato al costato di Ronaldo) è decisamente marginale, non si può definire una spinta e, per tale motivo, in alcun modo decisiva ai fini della sanzione tecnica.
Giusto, pertanto, il richiamo del VAR Mazzoleni così come è corretto l’annullamento della rete e la concessione di un calcio di punizione a favore del Chievo.
Un aspetto negativo su cui Pasqua (e non solo: in campo sono in quattro) dovrà riflettere è il conteggio del recupero.
Vediamo queste due immagini tratte da Sky:
Tra il momento in cui Mandzukic segna la rete e la ripresa del gioco, passano esattamente 5 minuti e 58 secondi: 4 minuti e 29 secondi del tempo regolamentare ed un altro minuto e 29 secondi del recupero.
Pasqua indica 5 minuti di recupero (che, ovviamente, sono partiti dal momento in cui il gioco è ripreso) e fischia la conclusione dopo 51 minuti e 28.
Considerando che il gioco è stato fermo per gli ultimi 4 minuti e 29 del gioco regolamentare e che, nel secondo tempo, ci sono state 5 sostituzioni, il recupero minimo avrebbe dovuto essere di 7 minuti a partire da 46.29. Un particolare non da poco, considerando il gran numero di reti segnate nei minuti addizionali (ed infatti, anche ieri, la Juventus ha trovato la vittoria al 48esimo).
Lazio – Napoli 1-2, arbitro Banti
Prima stagionale dell’ormai affidabilissimo livornese ed esordio assoluto (perlomeno in Italia) della nuova emittente DAZN.
Per Banti una direzione serena, sempre in pieno controllo della gara con un episodio da approfondire. Occhio che, proprio sui titoli di coda di una grande carriera, potrebbe arrivare la soddisfazione della Champions’ League. Se la meriterebbe tutta ed il nuovo designatore UEFA Rosetti è da sempre uomo attento alla meritocrazia.
Per DAZN un esordio complesso, con qualche difetto di troppo nella trasmissione: segnale che saltava, qualità delle immagini da rivedere, frame rate decisamente non in linea con quanto atteso. Gli concediamo il beneficio del dubbio: esordire nel campionato di Serie A non è proprio banale, soprattutto per chi utilizza un sistema completamente differente dai tradizionali.
Al minuto 41 l’unico episodio degno di nota della gara, peraltro molto curioso.
Dopo un’azione parecchio confusa in area di rigore, il Napoli trova con Milik la rete del momentaneo pareggio.
Poco prima della realizzazione, Radu e Koulibaly entrano in contatto, col capitano della Lazio che rimane a terra.
Vediamo la sequenza delle immagini:
Subito dopo il contatto al centro dell’area, Banti non fischia nulla ed anzi indietreggia per consentire al Napoli di continuare l’azione d’attacco.
Dopo la segnatura della rete
l’arbitro indica semplicemente il centrocampo, tipico segnale della convalida della rete.
Per quale motivo, dunque, Banti decide di sanzionare il contrasto di Koulibaly e di annullare la rete?
Chiariamo subito un concetto fondamentale: l’annullamento della rete è assolutamente corretto, il fallo (negligente) di Koulibaly è evidente:
Per quanto sia totalmente involontario, il difensore del Napoli travolge l’avversario non riuscendo a controllare il proprio corpo e senza una dinamica che possa presupporre una conseguenza di due gesti in direzione contraria. Radu è praticamente fermo sul posto e viene “investito” dall’avversario che, pertanto, commette un fallo evidente.
Qualcuno potrà dire: il VAR è intervenuto per segnalare il fallo, portando Banti ad annullare la segnatura.
La risposta a questa affermazione è negativa: nel caso in cui Rocchi avesse rilevato il fallo di Koulibaly avrebbe dovuto consigliare (come previsto) al collega di procedere ad una “on field review“, per giudicare un episodio che, evidentemente, gli era sfuggito.
Banti, però, non ha visionato le immagini, motivo per cui rimane una sola spiegazione: l’arbitro, dopo aver visto le conseguenze riportate da Radu nello scontro, ha pensato che il contatto (evidentemente mal giudicato inizialmente) fosse di intensità molto maggiore di quanto ritenuto in un primo momento. Pertanto, ragionando sulla fattispecie, ha ricostruito l’azione modificando la propria valutazione iniziale.
Una scelta coraggiosa, dovuta alla grande esperienza maturata e con una via d’uscita inattaccabile: nel caso in cui avesse deciso erroneamente di annullare la rete (ad esempio per uno scontro tra Radu ed un compagno e non con l’avversario), Rocchi avrebbe potuto correggere il collega richiamandolo alla “on field review“.
Tante volte l’esperienza è fondamentale per chiarire contatti che, in campo, possono sfuggire. Questo ne è un esempio evidente”.