Non è solo il giorno di Napoli-Genk. Non è solo il giorno della possibile qualificazione agli ottavi di finale di una competizione europea, appena la sedicesima volta nella storia del Napoli. Non è solo il giorno delle pronosticate dimissioni di Ancelotti. Oggi è soprattutto il giorno del saluto del San Paolo a Marek Hamsik, l’ultima vera bandiera del Napoli.
Arrivato in azzurro appena ventenne nel luglio 2007, ha ceduto la fascia di capitano solo nel febbraio 2018. Undici stagioni e mezzo che hanno proiettato Marek nella storia del Napoli:
- 2 Coppe Italia;
- 1 Supercoppa Italiana;
- 1 scudetto ‘scippato’;
- 1° per presenze nel Napoli in tutte le competizioni: 520;
- 1° per presenze in Serie A: 408;
- 1° per presenze nelle competizioni europee: 80;
- 1° (al momento) per numero di gol segnati in tutte le competizioni: 121.
Soprattutto un esempio di professionalità e di sportività, oltre che di attaccamento alla maglia e di rispetto ai tifosi e alla città che oggi farebbe tanto comodo alla squadra di Ancelotti.
Per questo, per le sue giocate e per i suoi gol che oggi i tifosi avvertono più che mai l’immenso vuoto lasciato dalla numero 17 che con eleganza dava al gioco qualità e imprevedibilità.
Un campione così, un grande uomo così, meritava un San Paolo strapieno anche per riservare il meritato tributo a chi ha rinunciato a Juventus e Milan pur di scrivere la storia del Napoli.
Il destino ha voluto che Hamsik tornasse al San Paolo proprio nel giorno del compleanno di Gonzalo Higuain, come a voler ricordare la vera differenza tra chi ha amato Napoli e il Napoli con i fatti e chi invece solo con gesti plateali e belle parole poi puntualmente tradite alla prima occasione.
Grazie di tutto Marek e bentornato nel tuo San Paolo, nella tua Napoli.