Diego Armando Maradona Junior, figlio della leggenda argentina, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio CRC.
“Avevo già perdonato mio padre 5 anni fa quando l’ho incontrato a Buenos Aires. Mi piace pensare che nel tempo trascorso con lui sono stato felice. Stavo vivendo già da alcune settimane una brutta situazione, ho visto la morte in faccia due volte in pochi giorni: il virus, la mancanza di respiro, il ricovero in ospedale e poi la morte di papà. Il Covid-19 è stato una mazzata pesante, stare in ospedale isolato da tutto e tutti ha rappresentato per me un momento buio anche dal punto di vista psicologico. Il 24 novembre sera avevo fatto fatica a dormire, e mi ero quindi ripromesso di non riposare il pomeriggio del giorno seguente. Stavo guardando la tv per far passare il tempo quando ho ricevuto una telefonata da un amico mio e di papà, un giornalista spagnolo, che mi ha detto: ‘Diego non ci posso credere’. Quando mi ha raccontato, ho subito cercato di mettermi in contatto con l’Argentina. Nessuno mi ha risposto. Questo da un lato mi ha tranquillizzato in quanto pensavo che la notizia non fosse fondata, cosa che peraltro era già accaduto varie volte. Dopo alcuni minuti mi ha chiamato mia moglie Nunzia che purtroppo mi ha confermato la notizia.
Mio padre credo avesse un senso di colpa per il tempo che abbiamo passato distanti, ma io ero stufo di sentire scuse continue. Quando c’è un abbandono e un figlio decide di continuare a cercare il genitore, automaticamente vuol dire che nel suo cuore lo ha già perdonato. Io non volevo covare inutili rancori, dissi a mio padre che volevo costruire un futuro assieme a lui, partendo da zero. Il mio rammarico oggi è non poter essere andato in Argentina a causa del Covid, non essere andato fuori al San Paolo . Ho un rapporto viscerale con la mia città e sono orgoglioso delle dimostrazioni di affetto che abbiamo ricevuto in questi giorni. La grandezza di mio padre è stata proprio questa: rendere felici le persone giocando a calcio ma, soprattutto, restare sempre umile.
L’elaborazione del lutto attraversa varie fasi. Dal punto di vista fisico sto meglio dopo l’inferno che ho vissuto. Ora voglio essere in ripresa, ricordare papà e tutto ciò che abbiamo condiviso in questi 5 anni. Sento di dire grazie a mia madre e ai miei familiari. Mamma ha fatto per me anche da, ma fondamentale è stata anche la figura dei nonni, nella mia vita. Ringrazierò sempre mia madre, per avermi dato tutto, ma soprattutto per avermi sempre raccontato la verità”.