Diego Armando Maradona, durante il suo soggiorno a Napoli, ha rilasciato una lunga intervista a Canale 5.
Maurizio Costanzo ha intervistato il Pibe de Oro durante il programma “L’Intervista”.
L’ex attaccante azzurro si è raccontato a 360°: “Io e il Papa siamo due argentini che siamo andati oltre l’Argentina.
Perché ho due orologi? Ho due orologi e sono per le mie figlie, vado in giro per il mondo e devo vedere l’orario quando chiamarle.
Come nasce il soprannome El PIbe de oro? Nasce a Napoli perché prima ero “pelusa” per la folta chioma di capelli. Poi per tutto quello che ho dato tutto e per tutto quello che ho fatto. Io litigavo col presidente del Barcellona, non c’erano squadre che mi potevano comprare, il Napoli ha fatto miracoli e mi ha portato in Italia.
Quando ho capito di essere Maradona? Ho capito di essere Maradona a 19 anni quando ho vinto la Coppa del Mondo, lì ho capito che potevo avere di più, allenandomi meglio. Volevo diventare più forte e ho capito che potevo fare di più con la mia forza e con gli allenamenti quotidiani, in una squadra più forte.
L’infortunio alla caviglia? Non mi entra nemmeno oggi nella testa che lui entrò nella gamba, io ero a 60 metri dalla porta.
La mia infanzia? In tutta la mia carriera e vita me ne hanno detto di tutti i colori ma io volevo il pallone, per me era il giocattolo più bello del mondo, non avevo soldatini ma solo un pallone. Lavorava solo mio padre e noi ne eravamo in 7 quindi pensai che dovevo fare qualcosa. Dormivamo tutti nella stessa stanza, mangiavamo in un posto vicino a dove abitavamo, mio padre ha fatto miracoli per farci mangiare tutti. Io a 12/13 anni ho capito che a mia mamma faceva male la pancia solo per dare il suo cibo a noi, era una scusa.
Cosa ricordo di loro? I miei genitori mi mancano molto, loro ci hanno dato molto amore, guardavamo chi aveva la bici, chi la macchina, chi il giubbino di pelle ma noi giocavamo a calcio anche le mie sorelle. Anche se non avevamo nulla noi eravamo sempre felici, non invidiavamo nessuno. Mio padre giocava con me, mia madre e le mie sorelle cucinavano.
Io ero più legato a mia madre, le raccontavo tutto, mio padre non aveva tempo di fare anche l’amico. Mia madre era la mia tifosa numero uno, mentre mio padre ho capito subito che se giocava non aveva tempo per dormire e riposare, si alzava alle 4 del mattino per andare in fabbrica e tornava alle 5 del pomeriggio.
Napoli? Continua ad essere nel mio cuore perché mi ha dato la possibilità di giocare di nuovo nel grande calcio, di tornare grande. Poteva competere con le squadre grandi del nord. Ho fatto delle cose che altri non potevano fare.
Da roma dissero che le banche pagarono il mio cartellino? Credo sia vero. Durante una conferenza stampa un francese disse che mi aveva pagato la camorra, però questa storia è più bella (ride, ndr). La camorra voleva che noi calciatori regalassimo alla città lo Scudetto, si comportavano con noi in maniera diversa dalle persone comuni. Poi sono arrivati due scudetti.
Nazionale a 16 anni? In Argentina si gioca presto in prima squadra rispetto agli altri paesi. Quando partecipavo ai Mondiali per me rappresentavo un paese, poi l’Argentina non stava nemmeno bene, come ora, era povera. Io volevo fare un regalo alla gente, che faceva anche fatica per mangiare e io questo lo sentivo, mi allenavo di più per far felice la stessa gente che oggi è schiava di un brutto governo.
Il mio gol più bello? Il sogno di tutti: vincere, partecipare ad un mondiale è il sogno di tutti. Quando andiamo a letto e siamo calciatori pensiamo: domani devo fare il gol più bello del mondo. A me è toccato ad un mondiale all’età di 26 anni.
Quante volte mi sono sposato? Mi sono sposato una sola volta, con Claudia. Sono stato innamorato del mio primo amore e quello è l’amore della mia vita. Oggi ci sono molti giudizi su di me anche per quello che non ho fatto in campo. Ora sono tremendamente innamorato, Rocio ha 26 anni ed io 56. La vidi per strada e feci del mio meglio: prima l’occhiolino, poi la invitai a prendere un gelato e mi disse di no. Lo dissi ad un mio amico che mi piaceva tanto e per 10 giorni andammo a mangiare fuori, alle feste. Alla fine è arrivato l’amore.
Qual è stato il mio problema più grande? Il problema più grande è stato la droga, la droga ammazza ed io sono fortunato ad essere qui e parlare con lei. Ho smesso 13 anni fa, sono 13 anni che non prendo nulla. Tutte le mattine mi sveglio e vengono i miei figli. Non ce la faccio a mettere ordine con una sola donna, non ce la faccio. Dispiace dirlo ma non mi hanno cambiato a 15 anni non lo faranno a 56. Oggi sono tremendamente innamorato di Rocio ma lei sa che come amo lei domani potrei amare qualcun altro. Se lei la pensasse come me? L’ammazzerei (ride, ndr). Per ora non voglio figli anche per la differenza d’età. Ho 5 figli che oggi mi fanno felici.
Prima litigavo con me stesso. Diego Armando sempre ho voluto vederlo ma poi mi fermavo sempre ma quando l’ho conosciuto mi sono innamorato di lui, è uguale a me. Ora sta con me, lavora con me, sta vicino a me. Quando facciamo l’accademia Maradona voglio farlo lavorare con me. Tutto quello che faccio alla fine loro lo prenderanno, prenderanno tutto ciò che gli lascerò per questo voglio unire la famiglia. Magari potessi unirla tutta.
Come sono stato come padre? Sono stato un padre assente, perché ho sempre lavorato anche quando ero malato ma oggi i miei figli possono dire che sono un bravo padre.
Se posso essere un nonno “d’oro”? Si ma mi manca il sesto figlio, mi piace il numero pari e mi piacerebbe averne un altro perché non l’ho fatto con Diego, non posso farlo con Diego Fernando. Forse un giorno mi sveglio e dico “voglio il sesto”.
I miei rapporti con la camorra? Il mio problema è che uscivo di notte e loro mi chiedevano la foto, di certo non potevo saperlo, non potevo chiedere il documento di riconoscerlo e il giorno dopo uscivo sui giornali con i camorristi. Non ho mai avuto rapporti con loro, mai! Loro mi hanno solo dato la sicurezza che nessuno avrebbe mai toccato le mie due figlie, me lo promise Carmine Giuliano, l’unico con cui ho parlato. Una volta è stato detto che se non tornavo dopo i Mondiali dell’87 facevano del male a Dalma e Giannina allora dissi che se fosse stato così io non giocavo più né per il Napoli né per nessun altro, mi promisero che nessuno le toccava e così fu. Io tornai e giocai.
A quanti anni ho preso la droga? Avevo 24 anni quando presi per la prima volta la droga, ero col Barcellona ed è stato l’errore più grande della mia vita. Non avevo figli, solo Diego, avevo Giannina vicino e lei disse, mentre ero in coma, “babbo io voglio che tu viva, devi vivere per me” ed io ringrazio Dio perché lui mi ha svegliato, ha ascoltato Giannina.
Il fisco? Ora sono apposto, era brutto perché io non facevo il contratto, era il mio rappresentante e Ferlaino che lo facevano. Com’è possibile che Ferlaino può camminare per Napoli tranquillamente e Coppola in Argentina, mentre io devo sentirmi dire “E’ tuo..è tuo…”, non capisco perché a me. Alemao e Careca avevano lo stesso problema perché avevano firmato col Napoli ma alla fine se la sono presa con me, se qualcuno mi spiega il motivo mi fa un piacere così risolviamo tutto. Ora stiamo parlando con Equitalia, non posso lavorare e fare nulla in Italia.
Icardi? Ha fatto una cosa brutta a Maxi Lopez, non puoi andare a cena con loro e poi sposarti la moglie dell’amico. Quello che hai fatto fuori dal calcio si paga nella vita. Sarà anche un bravissimo giocatore ma Battistuta vale 10 Icardi. Pelè è stato grande, non mi piace litigare con lui.
L’abbraccio con Papa Francecso? Siamo due argentini arrivati molto in alto. Sicuramente io scenderò ma lui deve continuare a stare lì in alto. Io ho conosciuto anche l’altro papa ma non trasmetteva niente rispetto a Bergoglio, Questo Papa sta facendo delle cose nel Vaticano, da fuoriclasse.
Cosa farò da grande? Ora ho ancora tre anni di contratto a Dubai, faccio l’amore con Rocio, gioco a calcio ed ho 5 figli più mia sorella, mio nipote, tutti quanti insieme.
Se devo togliermi i sassolini dalle scarpe? A me hanno sempre detto che non ho riconosciuto Diego per tanti anni e la gente ha ragione, l’ho riconosciuto tardi e per tanti anni mi sono perso un figlio meraviglioso, come anche Jana che non l’ho conosciuta fino ai 19 anni e ora sono innamorato di lei.
Se sogno ancora di essere calciatore e la folla che mi acclama? Io vorrei continuare a giocare a calcio se Dio mi dà 25 anni e potessi giocare a calcio sarei l’uomo più felice del mondo ma siccome il tempo passa mi diverto giocando con mio nipote, mio figlio e i miei amici.
Grazie per quest’opportunità, era d tempo che volevo un incontro, un chiarimento”.