Il CT della Nazionale Roberto Mancini ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“La Coppa Italia è il primo trofeo assegnato dopo la pandemia, l’Olimpico riapre anche se vuoto: un segnale in più della vita che ritrova lentamente la sua normalità. Anche questa notte ha una sua magia.
Dopo la lunga inattività, ci vorranno almeno 5-6 partite prima che le squadre recuperino il loro vero calcio.
Mi aspetto una partita molto aperta ed equilibrata e non solo perché le finali sono partite particolari. Me l’aspetto perché il Napoli è forte, molto forte, più di quanto dica la classifica di campionato.
Chi riduce Gattuso a un motivatore gli fa torto. Rino è cresciuto di stagione in stagione. Ogni anno un po’. Ha accumulato conoscenze ed esperienze, anche sofferte, anche all’estero. Ha allenato un top club come il Milan, dove ha fatto bene.
Sarri ha trasmesso le sue idee e si vedono. Il palleggio è più solido, meno verticale. La squadra lo segue. Ronaldo centravanti? Mi convince di più quando parte da sinistra; trova più libertà per il tiro. Ma la Juve ne ha tanti di uomini decisivi, troppi, pensano gli altri… Una ventina.
Mertens ha le caratteristiche per creare problemi alla difesa della Juve.
Insigne in Nazionale ha sempre fatto bene. Con Gattuso ha ritrovato entusiasmo e convinzione. È l’anima.
Politano ha qualità importanti, fisiche e tecniche. Può tornare utile alla Nazionale. Chi c’è stato, può sempre tornarci.
Di Lorenzo? Giocare partite importanti, vivere la Champions, lo ha fatto crescere senz’altro. È quello che auguro da sempre ai nostri giovani: esperienze in campo internazionale che fortificano carattere e autostima”