Provando a non cadere nella retorica, che pure, rinunciando agli arzigogoli, ci potrebbe stare.
Evitando, pure, termini adatti a ben altri eventi, la vittoria del Napoli, conquistata con il sostegno degli irriducibili tifosi, si può definire coraggiosa e strenua.
Napoli città, è da un mese, nell’occhio del ciclone e pure la squadra.
Giove Pluvio, ha deciso di allungare la sua mano sul golfo, l’ha aperta e da allora cascate d’acqua cadono incessantemente.
Al pari, il Napoli è al centro di una tempesta perfetta, che ne ha decimato l’organico e continua a mietere vittime, l’ultima Lozano che, per fortuna sembra essere meno grave del temuto.
Scontato, dichiarare buona volontà e promettere battaglia prima, più difficile mantenere le promesse sul campo.
Se ci riesci, non sei solo un gruppo fatto di uomini di onore ma anche di gente volitiva.
Tuoni e fulmini, vento e bombe d’acqua ma i cori incessanti dei tifosi coprono il rumore degli scrosci e in campo i ragazzi si cercano, si aiutano e ci credono.
Portano a casa una vittoria da podio che non basta per il primato ma sazia l’orgoglio e da uno schiaffo alla sfortuna.
Spalletti lo aveva detto: “Se siamo forti non può bastare una spallata a buttarci giù”.
I suoi ragazzi, hanno tenuto botta e retto a più di una spallata, a dire il vero, perché vogliono dimostrare di essere capaci. Mancano le stelle ed è un dato di fatto, perché anche i calciatori, come gli altri uomini, non sono tutti uguali ma la notte non è così buia da perdersi.
Bastano la classe di Zielinski, i gol di Ounas e Elmas , la durezza degli altri e i cori incessanti dei tifosi.
Erano, più o meno in quindicimila, ma la presenza dei gruppi organizzati ha avuto il potere di alzare i decibel e i ragazzi non hanno smarrito la strada.
Poi, diventa tutto più facile e divertente, anche tuffarsi come un bambino sull’erba zuppa e profumata del Maradona che da punti anche ai prati inglesi della Premier.
Tanto, prima o poi uscirà il sole, Giove Pluvio troverà un altro passatempo e la dea bendata tornerà ad essere benevola.
Crederci aiuta.