Paolo Maldini, direttore sviluppo dell’area sport del Milan, ha concesso una lunga intervista a DAZN alla viglia di Milan-Lazio. Ecco le sue parole.
“La famiglia Inzaghi è molto unita. Quindi si, c’era”
“E’ in una situazione molto simile alla nostra. Abbiamo avuto grandi difficoltà con le squadre che ci precedono, ma se dovessimo vincere domani, avremmo gli scontri diretti favorevoli con quelle che ci stanno dietro. Ma la Lazio, in generale, va sempre molto avanti. Ha giocatori di qualità e ci aspettiamo di fare bene”.
“La Champions non era neanche un obiettivo primario, era un azzardo. Fino ad ora ha pagato e ora vogliamo giocarci tutte le nostre carte. Devo dire che Rino, in tutto questo, è stato un allenatore bravissimo. Abbiamo grande fiducia in lui, non è mai stato a rischio. Non esiste nessuna idea se non quella di proseguire con lui”.
”È un momento di difficoltà, ma siamo sempre quarti. Tutti hanno avuto alti e bassi e il Milan, nelle ultime sette partite, si gioca qualcosa di molto importante, cosa che non accadeva da sei anni. Credo che sia questa la scintilla che ci faccia sentire favoriti per il quarto posto”.
“Non ho mai accettato la teoria delle sconfitte che fanno bene, ma devo dire che la partita di sabato scorso a Torino contro la Juventus ci ha dato forza. Siamo usciti convinti di esser tornati a livello fisico, tecnico e tattico. Siamo usciti rinforzati nel morale, anche se ha fatto male perdere”.
”Ho smesso 10 anni fa, quindi ho cambiato vita. Credo che per un calciatore sia importante staccare prima di prendere un altro ruolo nel calcio. Ho dato tempo e spazio alla mia famiglia, adesso sono qua 24 ore su 24. La carriera da dirigente è molto diversa, farla come facciamo io e Leo è molto impegnativa. Non hai più week-end liberi. La struttura della società è molto complicata. Mi sono reso conto, stando accanto a Leo, di quante componenti si devono incastrare per arrivare ai risultati”.
“Non credo ci sia una particolare sorpresa. Ci sono degli step già concordati. Sarà una cosa che si risolverà alla fine della stagione. Prima del FPF c’era un deficit del calcio europeo di 2 miliardi, ma è anche vero che una società sana, senza debiti, non gli si può impedire di investire per tornare al livello delle grandi. Altrimenti saranno sempre le solite ad arrivare in fondo alle competizioni europee e anche l’Uefa lo sa. Potranno esserci delle sanzioni, ma lo step degli scorsi giorni era previsto”.
Su Romagnoli capitano: “Ci vuole tempo per valutare i capitani. Io sono diventato prima capitano della nazionale che del Milan. In rossonero ho vestito la fascia a 29 anni, mentre lui ha anticipato i tempi e mi sono reso conto che, certe cose a una determinata età, non sono naturali. Abbiamo chiesto a lui il suo percorso e lo sta facendo molto bene. Lui è un ragazzo abbastanza silenzioso, come ero io, credo che dia delle indicazioni nel suo modo. È uno dei migliori in assoluto, è già nel giro della nazionale, deve avere degli obiettivi ben precisi. È un processo di crescita. Il Milan degli ultimi anni non ha aiutato Alessio, ma noi adesso ci auguriamo che lui ci aiuti a tornare il Milan”