Nikola Maksimovic è impegnato con la Nazionale serba.
Il difensore azzurro al portale MozzartSport ha parlato della sua avventura a Napoli.
Maksimovic parla della Nazionale: “Ci troviamo in ritiro e l’atmosfera è ottima, siamo di buon umore. Siamo pronti per la prossima sfida, è una gara importante quella col Galles. Prepariamo la meglio la partita così poi per noi sarà più facile andare in campo, saremo sereni e calmi. Sappiamo tutti cosa fare”.
Sul suo ruolo: “A Torino ho avuto modo di giocare per tre stagioni a tre, ho iniziato proprio lì. Poi ho avuto Ventura che è stato un grande allenatore. Qui in Nazionale ci sono giocatori importanti, all’inizio è stato difficile ma poi tutto è riuscito al meglio. Non importa chi abbiamo avanti, noi andiamo in campo per vincere, cercando anche di rompere il loro gioco. La nostra squadra è più offensiva, giochiamo sempre per fare molti gol. Possiamo migliorare ancora”.
La gara col Galles: “Già 4 anni fa giocammo contro di loro e vincemmo, in più loro hanno anche giocato l’Europeo. Ogni allenatore ha le sue novità e porta anche giocatori nuovi, l’unico problema è che ci si riunisce per pochi giorni e non hai compagni che giocano con te. Ogni errore lo si attribuisce alla difesa, la continuità è difficile anche perché ti puoi ritrovare con qualche infortunio perché c’è un modo di allenarsi diverso”.
Sul Napoli: “A Napoli siamo 5 difensori centrali e il tecnico cambia ogni partita. Onestamente era una cosa che prima non facevo ma quando ti alleni insieme tutti i giorni non importa chi scende in campo perché tutti sappiamo cosa fare. Quando giochi in un grande club ci sono grandi ambizioni e la pressione è alta ma noi giocatori non la sentiamo. In questo momento stiamo vivendo una piccola crisi di risultati e stiamo avendo sfortuna con gli infortuni, però giochiamo bene solo che non riusciamo a gestire la gara. Le occasioni non ci mancano ma manca un giocatore avanti che concluda. Pressione? Io non la sento, i tifosi azzurri sono come quelli della Stella Rossa ti seguono ovunque tu vada, anche al ristorante. Sono davvero pazzi ma in maniera positiva. Loro vivono per il calcio, anche se perdi. A Napoli ti fanno sentire un Dio, lo vedo e lo sento ogni giorno e questo ti da una motivazione in più che aiuta nei momenti difficili e ti fa dare quel qualcosa in più, spronandoti a fare meglio. Quando abbiamo giocato male loro sono venuti da noi e ci hanno rincuorato, ci hanno sostenuto dicendo di andare sempre avanti. Quando abbiamo battuto il Crotone sono venuti in molti. Ci seguono in Europa e non importa dove giochiamo, lontano o vicino loro ci sono sempre e noi ci sentiamo come a casa”.
Su De Laurentiis: “Onestamente l’ho visto solo due volte. Lui non sta molto in Italia perché il suo lavoro da regista lo porta a stare all’estero. Come tutti gli italiani se qualcosa non va si innervosisce”.
L’arrivo a Napoli: “Sono arrivato l’ultimo giorno di mercato, il presidente De Laurentiis ha fatto di tutto per avermi, ha pagato molto anche il cartellino. Sono molto grato alla società azzurra. Io volevo cambiare squadra, volevo andare in un grande club e sono venuto a Napoli. Ho la possibilità di giocare in Champions League e lottare per un trofeo. In più ho un allenatore che mi apprezza molto, Sarri mi voleva anche quando era all’Empoli, sapevo che era la strada giusta per me. Sono arrivato in ritardo per questo ho iniziato a giocare dopo, mi serviva continuità anche negli allenamenti, devo imparare bene tutti i movimenti. Quando ho lasciato il Torino sono stato fermo un mese”.
Su Sarri: “E’ il più fanatico di tutti, trascorre 20 ore al giorno a studiare il calcio. Se non studia gli avversari è in campo con noi, vive solo di questo. Quando in tv fa delle dichiarazioni consapevolmente, o inconsciamente, dice cose ai giornalisti che forse non dovrebbe, ma lui è fatto così. Per noi è un esempio positivo e lo accettiamo così. E’ energetico come Conte, forse anche di più mentre Mihajlovic dopo ce ti dice una cosa se ne torna in panchina. E’ come un giocatore, si arrabbia durante la partita, grida, corre, si muove. Lo fa almeno 300 volte. Segue tutto nei minimi dettagli, alcune cose però non si possono fare del tutto bene, magari il giocatore le dimentica anche e Sarri inizia a prendersela con se stesso. Lui è un esempio positivo, ho solo parole di elogio, mi ha aiutato a crescere e mi aiuta in tutto. Noi giochiamo con quattro in difesa, siamo abbastanza alto al centro, per alcuni potrebbe essere rischioso, ma non mi sento mai in difficoltà, non importa quanto sia veloce il giocatore che ho davanti. Quando avrà bisogno di me on avrò problemi su dove giocare, posso farlo ovunque. Questo è quello che sta facendo, non sto lavorando con un qualsiasi allenatore, con Sarri viene data molta attenzione ad ogni centimetro di campo, se devi andare avanti, indietro, poi ogni segno vale per una cosa diversa. Tutte cose che non si assimilano in una sola volta. Sono qui da due mesi ma sono felice per ciò che sto facendo, il tecnico è contento. A gennaio potrò giocare di più perché Ghoulam e Koulibaly saranno via per la Coppa d’Africa e lui ha fiducia in me, come tutto il club, quindi non mi importa e gioco molto o poco, io mi preparo al meglio poi tutto sarà più facile”.
E poi la questione Mihajlovic: “Non mi piace parlarne, se dovrò dirgli qualcosa lo farò di persona e non attraverso i giornali. Volevo andare in un grande club, quello era il mio obiettivo. Lui sa bene di cosa abbiamo parlato. Spesso dice cose che non vorrebbe dire e se ne pente. Ha avuto parole dure nei miei confronti in un momento particolare per me, quando è venuto a Torino non sapeva cosa fosse accaduto però ho mantenuto la calma, sono rimasto tranquillo e sicuro che il direttore sportivo del Napoli avrebbe risolto la situazione. Per fortuna il trasferimento è stato concluso all’ultimo minuto, e per me è stato un bene”.