Perdere in casa del Real Madrid vincitore di due delle ultime tre Champions League ci può stare. Così come ci può stare il valore numerico del risultato di 1-3 in uno stadio che mette soggezione come il Bernabeu.
La vera differenza tra le due squadre, prima che tecnica, è stata proprio mentale ed emotiva magari figlia del numero di partite giocate in Champions dai singoli giocatori scesi in campo mercoledì a Madrid.
Nell’immagine successiva sopra i nomi dei giocatori sono indicate le presenze che ogni singolo calciatore sceso in campo ha collezionato in Champions prima di Real Madrid-Napoli.
Ruolo per ruolo c’è una differenza abissale a favore del Real Madrid, eccezion fatta per i portieri.
Si potrebbe obiettare che proprio Diawara che ha meno presenze di tutti ha giocato con più personalità di Albiol, il veterano in Champions del Napoli. Vero, ma è la classica eccezione che conferma la regola.
E allora il PSG che ne rifila 4 al super Barcellona di Messi, Suarez, Neymar e Iniesta?
Il PSG all’exploit che ha umiliato il Barcellona ci è arrivato per gradi riuscendo nell’impresa solo al terzo tentativo in cinque anni. I francesi nelle ultime quattro stagioni sono arrivati sempre ai quarti di finale di Champions League dove hanno perso per ben due volte con il Barcellona, una volta con il Chelsea e un’altra con il Manchester City.
Per il Napoli Madrid va interpretata come un’affascinante e prestigiosa tappa di crescita del club e della squadra. Una crescita che dovrebbe aiutare la squadra di Sarri a non bruciare punti in campionato con squadre di seconda e terza fascia (vedi andata a Pescara, Palermo e Sassuolo).
Il giovane Napoli sta ancora studiando per diventare un grande club e per ‘pagarsi gli studi’ è fondamentale conquistare il secondo posto in classifica e giocare con continuità in Champions League. Solo così un giorno potrebbe vincere al Bernabeu, ma non era mercoledì il giorno.
Forza Napoli !