Il lavoro paga. Sempre. E la storia di Luigi Sepe conferma in maniera poderosa questo detto popolare.
Un ragazzo come tanti, umile, per bene, tranquillo e serio. Un giovanissimo come tanti, nato in una provincia, quella napoletana, che ha da sempre la pessima abitudine di dispensare i suoi talenti ovunque tranne che verso il proprio capoluogo.
Quella volta, invece, fu proprio il Napoli a donargli la soddisfazione dell’esordio in serie A. Era il 28 gennaio del 2009 quando Luigi Sepe da Torre del Greco, con la casacca azzurra, subentrando a Matteo Gianello, difese la porta del Napoli sul campo della Fiorentina.
Lo stesso terreno di gioco che oggi, a distanza di cinque anni, lo ha proclamato migliore in campo con la maglia dell’Empoli.
Sicurezza, riferimento per l’intera difesa, tre grandi parate su due tiri da lontano di Cuadrado ed un colpo di testa di Mario Gomez a botta sicura. Questo il resoconto prestazionale che ha avuto il sapore di un capolavoro. Una performance che è valsa ai toscani di provincia l’ennesimo prezioso punto su di un campo difficile come quello viola.
Un giovane portiere che si è fatto le ossa (sportive e caratteriali) dopo aver assaporato la massima serie per una sola notte. Pisa in Serie C, Lanciano in Serie B ed infine Empoli, con la cui maglia è tornato nel posto da cui era partito, nel posto che forse, ormai con le ombre della perplessità che si diradano sempre più, merita.
Il Napoli, bravo a non spezzare il cordone ombelicale, gongola.