Il presidente del Bari e figlio di Aurelio, Luigi De Laurentiis, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in occasione del compleanno del padre.
“Papà mi ha sempre affascinato per il suo modo di affrontare la vita, con passione in ogni attimo. Per me oggi è più importante il manager con cui mi confronto ogni giorno, ma nel mio cuore ci sono i ricordi stupendi da bambino delle nostre lunghe nuotate nel mare di Capri. Le sue apnee per pescare ricci, mentre attendevo che risalisse per raccoglierli e poi mangiarli insieme.”
Era sempre Capri lo scenario, quando nell’estate del 2004 Aurelio decise di rilevare il Napoli dalla procedura fallimentare. “Un fulmine a ciel sereno per la nostra famiglia – racconta Luigi, ora presidente del Bari neo promosso in C – abituata ai riflettori del cinema, ma non a quelli del calcio. Mi colpì il fatto che per concludere quella operazione papà non volò a LosAngeles per la presentazione di un nostro importante film: “Sky Captain”. Capii che stava per cambiare anche la mia vita, se mio padre preferiva il Napoli a sfilare sul red carpet con Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow. C’è un altro episodio, legato a Los Angeles, emblematico. Eravamo in aeroporto con papà quando si avvicinò un uomo orientale salutandolo cordialmente come “President of Naples”. Lì fu chiaro l’incredibile impatto del calcio. Eppure mio padre non era uno sconosciuto». Quando nel 2010 Aurelio riceve a Washington lo «United StatesItaly Friendship Award» davanti al presidente Obama, l’attore Danny De Vito lo premia urlando «Forza Napoli!”.
Gli ultimi 15 anni della famiglia De Laurentiis sono stati condizionati dal pallone.Il giovane Edoardo si trasferisce a Napoli, dove comincia da team manager. La moglie Jacqueline segue ogni passo del marito “E io – racconta Luigi – che non ero nemmeno appassionato di calcio, come invece mio fratello, mi ritrovai catapultato in una nuova realtà. Nel senso che lasciai Los Angeles per seguire da vicino la Filmauro. Del resto la nostra famiglia è stata sempre impegnata nel produrre entertainment, spettacolo. E il calcio come il cinema diverte la gente». Lo spiega efficacemente un’affermazione del presidente, appena entrato in questo mondo: «Il calcioèuno spettacolo meraviglioso che può vivere senza sottotitoli e doppiaggi”.
Edy e Carlo i preferiti “Per anni, nella nostra casa vicino al Quirinale–continua Luigi –, nelle pause pranzo approfittavamo con papà per vedere pellicole. Oggi guardiamo più spesso partite, per aggiornarci. Io sono diventato presidente del Bari e, come mi ha insegnato mio padre, mi sono trasferito in Puglia per seguire da vicino questa nuova scommessa, che mi sta dando grandi soddisfazioni e spero li dia ai tanti supporter biancorossi. Siamo manager ma viviamo di passioni. E papà è più tifoso di tuttiecon la scaramanzia ha tutti dei rituali suoi. Due sono gli uomini forse cui è più legato nel calcio. Edy Reja, con cui ha lavorato tanti anni e Carlo Ancelotti, con il quale condivide tante passioni anche fuori dal calcio. Il suo migliore acquisto? Koulibaly. Per me restanoisuoi grandi insegnamenti. Su tutti quello di mantenere alta la concentrazione in ogni cosa che fai. Lui è eccezionale in questo. Instancabile”.