Rassegna Stampa

L’UEFA dichiara guerra alle plusvalenze

Sturaro dalla Juve al genoa

L’UEFA ha messo nel mirino le plusvalenze l’abuso del “player trading”, gli scambi pilotati e dei ‘giocatori fantasma’ per mettere a posto i conti dei club. 

Il Financial Fair Play è destinato ad allargarsi per combattere le plusvalenze immaginarie o degli eserciti di giocatori mandati in prestito ai fini di tenerli in bilancio.

Ormai il “gioco delle plusvalenze” e’ diventato essenziale per far quadrare i conti di molti club e per evitare aumenti di capitale.

Esempio. Acquisti un giocatore per 10 milioni, gli dai un quinquennale e, dopo due anni, quando grazie agli ammortamenti ha un valore residuo di sei milioni, lo scambi con un altro giocatore, valutando entrambi 10 milioni. Ecco una plusvalenza di quattro milioni. Senza che parta un euro. Se si riesce poi a cedere un giocatore del vivaio è ancora meglio: la plusvalenza è netta.

Uno studio della Figc ha rivelato che nel 2016-17 le plusvalenze hanno rappresentato circa il 22% dei ricavi del calcio italiano.

Ovviamente ci sono anche plusvalenze legittime: ad esempio se compri un giocatore a 5, lo valorizzi e lo cedi a 50.

I club italiani sono tra quelli che più si affidano alle plusvalenze per far quadrare i conti ma l’incidenza del “player
trading” sui bilanci dei club sta aumentando un po’ ovunque in Europa.

Il timore dell’Uefa non sono solo gli affari “dubbi” ma anche il fatto che se un club deve reggersi sulle plusvalenze per andare avanti allora viene privilegiato eccessivamente l’aspetto del mercato rispetto a quello sportivo.

L’UEFA intende quindi combattere questo fenomeno, magari con l’idea che  i ricavi da plusvalenze potranno incidere solo in parte sui bilanci ai fini del Financial Fair Play.

Fonte Corriere dello Sport oggi in edicola.

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top