L’allenatore del Napoli è intervenuto in conferenza stampa prima di Napoli-Sampdoria, l’ultima al Training Center, prima dell’addio.
Luciano Spalletti, entra in conferenza facendo ascoltare a tutti (via cellulare) il coro “Sarò con te”.
Così il tecnico del Napoli alla stampa: “Si ringraziano tutti quelli che ho incontrato, la squadra, i nostri tifosi, i bambini che mi hanno abbracciato, il presidente e la società tutta”.
“L’abbraccio con De Laurentiis ieri? Non voglio che si parli si divisione, che ci sia qualcuno che annulli l’altro. Questo campionato è stato un trionfo e deve essere così per tutti. Un consiglio a chi verrà? Non ho possibilità di darli, se c’è bisogno nel caso i consigli si chiedono. Tre cose che porto via da qui? La città che esplode di gioia, solo avendoci a che fare mi sono reso conto di cosa fosse. Napoli va vissuta. Una cosa da portare via già ce l’ho… (lo scudetto ndr). Io sono sempre stato un po’ napoletano. Avevo bisogno di questi due anni per capirlo del tutto. Cosa altro porto via? Un pattino per il lago, un cavallo perché i miei giocatori hanno galoppato…e un crocefisso per la fede. Ho sempre preparato delle risposte per le vostre conferenze (ride ndr). Quando ho capito che avremmo vinto lo scudetto? L’importante è stato avere una mentalità forte, l’entusiasmo, la qualità, la forza mentale. Sempre. Anche stamani in allenamento, forti anche senza grossi stimoli. Qui si capisce perché la squadra avrà un grande futuro. I calciatori mi hanno fatto un regalo, ci siamo abbracciati come sempre. Stare lontano da questa città e dalla gente mi ha fatto capire quanto è difficile. L’amore che mi circonda, che mi avvolge, in tutto quello che ho, mi ha dato la forza di continuare ad accettare la decisione che ho preso. La consapevolezza di non potere più dare questa felicità. La cittadinanza onoraria napoletana? Mi emoziona tantissimo! Anche tra 10 anni potrò tornare qui ed essere amico di tante persone, tornare nei luoghi dove sono stato bene. Qual’è l’idea del calcio adesso? La verità sta sempre nel mezzo perché non si interrompa e l’obiettivo è riuscire a far capire ai calciatori tante cose. Mezze marcarcature, mezze coperture, cambio del ruolo mano a mano che si sviluppa. Oramai esistono molti modi per stare in campo. Siamo il migliore attacco e la migliore difesa. Abbiamo vinto con tanti punti di distanza. Cosa mi resta del vissuto qui a Napoli? Uno bello quando a Udine l’arbitro ha fischiato la fine della gara che ci ha fatto vincere lo scudetto. Il più brutto la sconfitta con l’Empoli lo scorso anno quando vincevamo e abbiamo perso. La cena con De Laurentiis? Lì abbiamo chiarito tutto quello che c’era da chiarire, ci siamo detti tutto. Avevo preso quella decisione, ho dato tutto quello che avevo. Lasciare ora è un autentico atto di amore. Non ho smesso di amare..non ho più le energie per essere all’altezza di quello che si ama. Non ha coraggio chi non viene in conferenza stampa dopo che per tutta la settimana ha scritto quello che ha scritto. Su Kvara? Era uno chiacchierato dagli osservatori: era nel recinto di quelli che potevamo prendere dovendo sostituire Insigne. Giuntoli lo tirò fuori da una serie di nomi. Ho lavorato in Russia, Khvicha ha giocato anche lì…ho chiesto di lui, lo abbiamo visto e preso. Lui da grande professionista ha dato anche di più. Contrasti, rincorse. Qualità, dolcezza nel toccare la palla. Imprevedibile. Sconquasso nelle difese avversarie. Può essere forte anche di testa. Un grande campione. I rammarici? A Dela non interessava la coppa Italia…lo abbiamo preso in parola (ride ndr). Mi ha chiesto di arrivare tra le prime 4. Abbiamo fatto 4 anni in due. Lui di calcio già se ne intendeva. La formazione di domani? Oggi non si è allenato Demme, neanche Olivera. Mario Rui tornato da poco. La formazione iniziale sarà molto simile a quella che ha giocato più spesso. Il messaggio che vorrei dare? Torno sui bambini e sul loro futuro azzurro. Ho amici da tutte le parti venuti per vivere la città. Napoli ha fatto vedere che la felicità non ha confini. Cosa farò? Non voglio giocare contro il Napoli, almeno nel prossimo anno. Vedrò il Napoli da casa. Con il Napoli non si gioca mai in trasferta. Ci sono cicatrici belle che uno si porta dietro, sul braccio, sotto agli occhi. Il tatuaggio è la mia cicatrice bella.
Voglio fare un passaggio che non avremmo voluto fare. Giulia Tramontano era molto tifosa del Napoli. Gli uomini che picchiano le donne sono disumani e vigliacchi . Il suo assassino ha ucciso lei e la vita del bimbo che portava in grembo. Si tratta di una storia che andava vissuta. Ricorderemo questa immagine: madre e figlio che vanno assieme allo stadio, domani anche Giulia e Thiago saranno al Maradona con noi” (Spalletti si commuove ndr).
Calcio Napoli 24 ha infine donato una targa al mister per il suo operato.