A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Enrico Lubrano, legale esperto di diritto sportivo vicino alla SSC Napoli.
Di seguito le sue parole:
“La prima cosa è l’in bocca al lupo da fare a Victor Osimhen che ha subito un infortunio delicato e dalle notizie che è mi arrivano sembra che l’intervento sia perfettamente riuscito e che i tempi siano realisticamente siano lunghi. Di fronte alla salute e al pieno recupero, però, tutte le disquisizioni sui riflessi agonistici e finanziari sono secondari.
Se il giocatore non fosse ancora in grado di giocare a gennaio, allora la società potrà legittimamente chiedere una visita medica da parte del medico della federazione nigeriana e qualora venga accertato che il giocatore non possa giocare la Coppa d’Africa senza rischi consistenti per la sua salute, allora la società potrebbe imporre al giocatore di non rispondere alla convocazione. Però, neppure il Napoli potrebbe utilizzare il giocatore per lo stesso periodo.
Il vantaggio sarebbe quello di evitare ulteriori possibili infortuni. Il consulto sarebbe in contraddittorio, con il medico sociale della federazione nigeriana ma anche con il medico della società azzurra. La società Napoli potrebbe, ad esempio opporsi che una maschera protettiva potrebbe garantire Le situazioni di sicurezza e quindi esporre il calciatore ad infortuni. In caso di contrasto, la norma prevalente sarebbe quella del medico della federazione nigeriana.
Laddove questo medico dovesse riscontrare uno stato di non infortunio allora il giocatore dovrebbe rispondere alla convocazione e la società a lasciarlo andare. Venendo alla situazione generale, che non riguarda solo Osimhen ma che riguarda tutti i giocatori africani, qui c’è stata una sovrapposizione patologica tra il campionato e la Coppa d’Africa. Il regolamento FIFA che si fonda sulla prevalenza della prevalenza della competizione internazionale ma anche sul coordinamento dei calendari.
Quindi tu federazione internazionale devi predisporre dei calendari che consentano la partecipazione ai campionati nazionali ma anche le competizioni internazionali. Non ci può essere una disciplina di stop per competizioni europee o sudamericani e non per la Coppa d’Africa. Si tratta di una violazione anche dello statuto della FIGC che crea una situazione disomogenea: soltanto alcune squadre perdono un numero di giocatori che assume una rilevanza consistenza e sul potenziale della rosa.
E questo incide anche sulla predisposizione delle NOIF che prevede che le squadre si presentino nelle migliori condizioni possibili. Questo non avviene perché devi cedere i giocatori in Coppa d’Africa. Il rinvio delle gare sarebbe richiedibile: se vengono convocati dai 3 ai 5 giocatori con almeno tre giocatori stabilmente titolari allora secondo le norme attuali si può chiedere il rinvio delle 3 o delle 4 partite che interessano direttamente questa squadra che ha subito le convocazioni.
Dal mio punto di vista, la Figc è tenuta a dare il rinvio per l’armonizzazione dei calendari. Anche rispetto al diniego di rinvio, si potrebbe impugnare il diniego di rinvio.”