Enrico Lubrano, avvocato ed esperto di diritto sportivo, è intervenuto a Radio Marte Marte Sport Live (ogni giorno dalle 13 alle 14 e 20 alle 21) condotto da Dario Sarnataro:
«Gli incidenti? E’ da escludere che ci sia rilevanza disciplinare per le società per i fatti accaduti in autostrada, l’art. 26 del codice di giustizia sportiva è molto chiaro in tal senso, prevedendo la responsabilità delle società per fatti violenti compiuti dai propri tifosi solo all’interno degli impianti sportivi o nelle immediate adiacenze. Al di là del dato letterale c’è anche una logica: la società può avere qualche forma di culpa in vigilando solo per gli incidenti accaduti nei pressi o all’interno dello stadio, non certo in luoghi lontani dall’impianto sportivo, totalmente estranei al controllo della società. A carico di queste persone ovviamente accadrà qualcosa a titolo di responsabilità personale, sia a livello amministrativo, con Daspo, che dal punto di vista penale.
Divieto di trasferta? Qualsiasi provvedimento non verrebbe dalla giustizia sportiva, perchè appunto non c’è responsabilità delle società, ma sarebbero decisioni derivanti da autorità statali. A mio modo di vedere dovrebbero realisticamente riguardare solo i diretti interessati e non coloro che in comune con questi ultimi hanno solo la passione per la squadra del cuore. Sarebbe irragionevole colpirli con tale divieto, ipotesi che vedo remota, il sistema della responsabilità del nostro ordinamento si basa sull’articolo 27 della Costituzione, sulla personalità della responsabilità. E’ difficile pensare provvedimenti del genere nei confronti dei soggetti estranei ai fatti, laddove venissero emanati sarebbero comunque sempre oggetto di impugnazione dinanzi ai giudici amministrativi, ci sarebbe il rimedio della tutela giurisdizionale”