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Lozano, Messico e nuvole per ritrovare il sorriso

chucky lozano

Hirving Lozano, soprannominato El Chucky, sembra l’unico sorriso in un Napoli appannato in questo momento di grande caos.

 

 

Chissà cosa avranno detto a Lozano quando stava per finalizzare il trasferimento al Napoli.

Forse tutta una serie di luoghi comuni che all’estero, magari, fanno meno male che in Italia. Gli avranno detto che Napoli è la città del sole e del mare, delle canzoni e dei sorrisi. Gli avranno detto che a Napoli si piange due volte, quando si arriva e quando si va via, ma nel mezzo c’è amore e gioia. Gli avranno detto di Maradona, del San Paolo, di una maglia azzurra che unisce squadra e città in un abbraccio grande quanto quello tra il cielo ed il mare. Di una squadra unita, di una famiglia impossibile da distruggere, di un sogno per il quale lottare tutti uniti.

Chissà cosa avranno detto a Lozano. E chissà cosa starà pensando ora…

Perché si è trovato in un autunno piovoso, preludio di un inverno freddo e grigio, in una città rabbuiata da quello che sta accadendo alla squadra. Un Napoli che non ride, che non gioisce, che non gioca, che si ammutina e non va in ritiro, che viene multato dal suo presidente. Una valle di lacrime in cui non si riesce più a vincere (5 pareggi ed una sconfitta nelle ultime 6 partite), dove si mette in discussione tutto, dove quella famiglia viene data già per distrutta, dove quel sogno è diventato una corsa al quarto posto.

Chissà cosa deve aver pensato quando, dopo il gol contro il Milan, si è voltato per esultare ed ha trovato solo due eroici compagni a corrergli incontro. Il vento soffia la sua armonica e sì, probabilmente sarà venuta anche un po’ voglia di piangere.

Ma Hirving Lozano non è la faccia triste dell’America, no. E nemmeno di Napoli. Anzi. Perché pare che mai come in questo momento gli azzurri, paradossale in una squadra che può contare su Mertens, Milik e Insigne, si stiano appoggiando sulle piccole ma robustissime spalle di El Chucky, venuto dal Messico, via PSV, come acquisto più costoso della storia del Napoli e diventato dopo qualche partita di ambientamento un po’ un oggetto misterioso.

Ma che ora si sta prendendo sempre più il suo spazio. Perché in un Napoli appannato fa quasi notizia che ci sia il suo zampino negli ultimi tre gol segnati dalla squadra: l’assist per Milik con la Roma, poi i due gol contro Salisburgo e Milan. Lentamente, piano piano, proveniente da un calcio completamente diverso, Hirving sta prendendo confidenza con le meccaniche della Serie A e con quelle di Champions League e sembra quasi volersi prendere sulle spalle questo Napoli grigio, arrabbiato, spaesato, per trasformare la realtà davanti ai suoi occhi in quella che gli avranno sicuramente raccontato prima di sbarcare in azzurro.

Lui, che sembra scrollarsi di dosso le preoccupazioni soprattutto nei palcoscenici importanti (oltre al gol in Champions e a San Siro, ha segnato il gol all’esordio allo Juventus Stadium), potrebbe essere l’uomo giusto per far tornare il sorriso ad un Napoli imbronciato, per spazzare via le nubi che si sono addensate sulla stagione degli azzurri.

Messico e Nuvole, cantava qualcuno.

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