“Non mi ha stupito. Lorenzo è un prodotto del Napoli e di Napoli: una città complicata, dove essere profeti in patria è più difficile che altrove. Un altro al suo posto avrebbe detto ‘chi me lo fa fare’, lui invece ha dimostrato di essere uomo e di avere una testa per ragionare. Per me è uno di famiglia”.
Parola di Aurelio De Laurentiis che, nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, ha voluto elogiare Lorenzo Insigne, vero e proprio trascinatore del Napoli in questo avvio di stagione.
Il talento di Frattamaggiore è andato a segno sei volte in otto partite di campionato, come in precedenza gli era accaduto solo nella stagione 2015/2016, la prima di Maurizio Sarri alla guida della squadra azzurra. Ma a questi sei centri, bisogna aggiungere anche il gol segnato, allo scadere, nell’importantissima vittoria casalinga contro il Liverpool, che ha rilanciato la squadra di Ancelotti in ottica qualificazione agli ottavi di Champions League.
Ma, gol a parte, il suo rendimento in questo primo scorcio di stagione è incredibile: Lorenzo ha imparato ad essere continuo per tutti i 90′, è sempre nel vivo del gioco, è costantemente il migliore in campo per i suoi. E il ruolo cucito su misura per lui da Carlo Ancelotti, con il quale ha instaurato un rapporto speciale, gli calza a pennello, tanto da convincere anche il c.t. della Nazionale, Roberto Mancini, a impiegarlo come “falso nueve” (probabilmente, infatti, sarà lui il centravanti dell’Italia nella gara di questa sera contro l’Ucraina).
Se, finora, Insigne si è confermato il vero uomo in più del Napoli, gli toccherà fare lo stesso con la maglia azzurra della Nazionale, visto che, finora, gli è stato spesso imputato di essere decisivo solo con il club. Sarebbe l’ultimo tassello, quello decisivo, nella rincorsa allo status di top player.