Un’Italia che non incanta. Ma godiamoci almeno il talento, la fantasia, la rapidità e l’imprevedibilità di Lorenzo Insigne! Partita dopo partita, il ragazzo migliora.
Benitez, con il Napoli, gli ha dato fiducia e tutta la squadra ne ha tratto beneficio. Prandelli sta dimostrando di guardare a lui con interesse e, perlomeno nel primo tempo contro l’Armenia, l’Italia h avuto quel “più” che era mancato a Copenaghen quando Diamanti e Candreva non avevano supportato a dovere Osvaldo.
Insigne ha toccato 78 palloni, segno chiaro che i compagni lo hanno cercato e lo hanno trovato. Sono stati 53 i passaggi (44 giusti e 9 sbagliati), 2 i lanci riusciti, 6 i cross, 5 le sponde e 4 le occasioni create. In particolare hanno incantato l’assist che Insigne ha recapitato sulla testa di Florenzi per l’1-1 e un dribbling di tacco, in piena area di rigore, concluso con un tiro terminato a lato di un soffio. Numeri che ti riescono soltanto se hai talento, qualità, fantasia. Insigne ha provato anche la conclusione, ma si vede che non è nato cannoniere: 7 i tiri (4 nello specchio e 3 fuori), tuttavia sono sempre mancate la necessaria precisione e la cattiveria tipica degli attaccanti di razza. Lorenzo è un ricamatore, ama accarezzare il pallone, dialogare, triangolare: non ha l’istinto del killer. Fondamentale il suo movimento per “aprire” le retroguardie nemiche: si accentra dalla sinistra, duetta con i centrocampisti e poi si fionda in area a ricevere il suggerimento o è lui stesso ad allargare il gioco per l’inserimento del terzino. Su di lui si deve puntare per il futuro, nel Napoli come nella Nazionale.
Fonte: La Gazzetta dello Sport