Nell’edizione odierna del ‘Il Mattino’ ha rilasciato una lunga intervista il giocatore del Napoli Stanislav Lobotka.
Di seguito la prima parte dell’intervista:
Lobotka, le piacciono questi accostamenti?
«Certo, sono belli e mi inorgogliscono. Xavi e Iniesta sono due talenti che ho sempre ammirato anche perché, loro come me, hanno sempre dato l’impressione di giocare per i compagni, di voler dare un aiuto per far vincere la squadra. Perché ogni giocata deve avere come scopo portare al gol».
Una metamorfosi notevole da quando è arrivato tre anni fa, non trova?
«Non ho avuto, all’inizio, solo qualche problema fisico. In realtà è la fiducia in me stesso che è mancata. Ho provato a migliorarmi ma ho dovuto fare i conti con il fatto che non avevo continuità in campo.
E come si migliora se poi non hai spazio in una partita? Ho aspettato che arrivasse il mio turno e ho anche lottato per avere delle altre possibilità, perché non mi sono mai arreso. Ma devo dire che è stato un periodo complicato e le difficoltà di quei momenti non sono state poche perché non giocavo, non trovavo il ritmo e la salute mentale. E la strada giusta non è stata semplice da trovare. E l’ho trovata solo con l’arrivo di Spalletti».
Da Gattuso a Spalletti cosa è, quindi, scattato? «L’ingrediente fondamentale per riuscire nella vita è sentire la fiducia di chi ti sta attorno. Ecco,quando è arrivato Spalletti al Napoli ho avvertito che le cose erano cambiate, che era arrivato il mio momento. L’ho sentito parlare di bel calcio, di gioco di squadra ed era proprio il mio modo di intendere il calcio. È stato l’allenatore il fattore mentale fondamentale per la mia svolta».
Come si sta con 15 punti di vantaggio sulla seconda in classifica?
«Come posso nascondere che si sta una favola? È bello stare così in alto, ma non siamo ancora
blindati. Non è finita con 16 partite ancora da giocare: non sono poche, sono tantissime. Perché potremmo anche perdere prima o poi anche se noi speriamo di non perdere mai più. Noi dobbiamo continuare a scendere in campo senza pensare di essere così in alto. E alla fine spero che lo scudetto lo vinciamo noi».
Ma lei, al posto di un calciatore dell’Inter o del Milan, come si sentirebbe?
«Beh, non sarei certo di buon umore a inseguire a questa distanza dalla vetta e con una capolista che non perde un colpo… Ho l’impressione che
quelli dietro di noi stiano già pensando a come ottenere il piazzamento alla prossima Champions.
Ma forse la mia è solo una speranza. In ogni
caso, nessuno si illuda che possa esserci un nostro calo di concentrazione: non ci sarà fino a quando non sarà finita».
Senta, ma lei gioca sempre. Ma ogni tanto si stanca?
«Sì, nella prima fase della stagione quando scendevamo in campo ogni tre giorni mi capitava di sentire un po’ di stanchezza. Era una fase molto impegnativa ma poi appena messo piede in campo mi passava ogni cosa».
Cosa ha quest’anno il Napoli che non c’era un anno fa? «Anche l’anno scorso siamo partiti bene ma certi infortuni ci hanno complicato la strada e non poco. Non so cosa sarebbe successo se non ne avessimo avuto così tanti. Ma sia ben chiaro: avremmo voluto vincere lo scudetto anche un anno fa. Ora quello che conta è continuare ad avere la rosa sempre a disposizione perché questo è uno dei fattori fondamentali per arrivare al grande traguardo…»
C’è una partita in cui Lobotka avrebbe voluto fare i complimenti a Lobotka?
«Non penso ci sia stata una mia migliore prestazione personale. Ma se ripenso a certe partite come quella con l’Ajax ad Amsterdam o quelle al Maradona con il Liverpool e la Juventus bisogna ammettere che siamo stati una squadra praticamente perfetta. Sono cresciuto sempre pensando in questa maniera, con il noi che deve venire prima dell’io. Penso agli altri, a vincere, poi viene la mia prova».
Vincete e date spettacolo: c’è un binomio migliore?
«È importante essere anche belli in campo, la bellezza è una componente importante di questo gioco: se vinci e sei bello i tifosi sono ancor più felici. E noi vogliamo fare di tutto per rendere felici i nostri straordinari tifosi».
Il suo connazionale Hamsik sa come ci resterà male se sarà lei lo slovacco a vincere lo scudetto a Napoli…
«Credo che invece, se dovessimo centrare il traguardo che è ancora lontano, lui sarebbe uno dei più felici. È stato per anni il capitano qui e so che lui è arrivato tante volte solo a sfiorarlo lo scudetto. Quando c’era lui, la squadra era forte: non so se ha detto qualcosa a Giuntoli per farmi prendere, so che il direttore per mesi ha cercato di portarmi qui al Napoli.»