Brucia l’aria di Dublino e non per la temperatura.
Una manita in faccia non fa piacere a nessuno, ma l’esperienza e le certezze di Ancelotti sono garanzia di equilibrio.
Una mano salda al comando porta sempre la barca in porto.
Resta, però, la sconfitta che proviamo ad analizzare.
Ciò che è apparso più evidente ieri è stata la differenza di gamba tra le due squadre.
Il Napoli era imballato, il Liverpool volava e quando corri di più, con quella tecnica e la possibilità di andare in contropiede, può accadere che finisca così.
L’istantanea che racconta di un Napoli sulle gambe è il primo piano di Insigne.
Lorenzo soffre sempre le preparazioni pre-campionato, senza brillantezza non riesce a saltare l’uomo e incide poco.
Il risultato nel complesso è giusto ma esagerato nei numeri. I 5 gol subiti sono frutto di errori individuali e anche degli arbitri.
Piuttosto, quello che balza all’ occhio, è la facilità con la quale il Liverpool sia arrivato a tirare in porta.
Il vecchio Napoli concedeva pochissimo, questo, ieri, ha dato la sensazione di essere vulnerabile.
Probabilmente la causa principale è stata la condizione fisica, ma Allan è sembrato troppo bloccato a protezione di Hamsik.
Agli attaccanti sono arrivati pochissimi palloni puliti ed è mancata armonia nella produzione della manovra.
Quello a cui prima potevi sopperire con un metodo di gioco oggi lo devi sostituire con un altro che ha bisogno di essere assimilato e, per ora, non riesce a compensare le lacune fisiche.
Aspettano il prossimo giro di boa e la nuova rotta confidando nell’abilita del comandante.