RILEGGI LIVE – Segui con noi la diretta testuale della conferenza stampa di presentazione di Rudi Garcia, nuovo allenatore del Napoli.
Terminata la conferenza stampa di presentazione: dove hanno parlato il presidente Aurelio De Laurentiis e Rudi Garcia.
Garcia: ci dà notizie sullo staff?
“Nello staff ci sono persone di qualità, con uno di loro ho lavorato a Roma. Spero di combinare le competenze del club e quelle che porto io con i miei tre assistenti. Lo staff è già importante. La guida della squadra la faccio io, ma lo staff è molto importante. Oggi si lavora molto in video per migliorare di squadra e individualmente. Sono sicuro che faremo un bel lavoro. Ma un bel lavoro deve essere finalizzato a un bel risultato. Quindi punteremo ai risultati”.
Garcia: aver vinto lo Scudetto in una piazza così calorosa può essere pressione o benzina per far bene?
“Più benzina, più carica. E per i calciatori sarà lo stesso. Ora il mio compito è far sì che i calciatori e lo staff siano all’altezza di tutto ciò”.
Garcia: secondo lei bisogna togliere gli striscioni di cui ha parlato?
“Il cuore dei tifosi del Napoli è orgoglioso e può esserlo, questo è importante. Bisogna mantenere questo senso d’appartenenza. Quando il presidente ha preso la squadra, il Napoli era in Serie C. Lo Scudetto è del presidente, dei calciatori, ma anche dei tifosi. Io ho giocato qui con la Roma e devo dire che giocare a Napoli è tosta, il tifo è importante, la gente spinge la squadra e incide anche sul risultato. Faremo di tutto per avere i tifosi dietro di noi e farli divertire”.
Garcia: pensa anche lei di dare uno personale slogan di incitamento alla squadra come fece Spalletti?
“Io ho dei valori e questa squadra deve metterli in campo: l’umiltà, l’ambizione, il sudore. Ci sarà il talento che può fare la differenza, ma si gioca in undici e la rosa è di venticinque, ogni calciatore è molto importante. Anche il calciatore più giovane, che deve crescere e avere voglia di essere della squadra del Napoli. In Italia si dice ‘senso di appartenenza’ e questa è una cosa molto importante. Nel calcio attuale non ce n’è tanto, ma per me è sempre importante la maglia che vesti e lo stemma che si ha sul cuore. La maglia va rispettata, dobbiamo dare il meglio per questo”.
De Laurentiis: la competitività resta la stessa?
“Intanto rispondo anch’io su Lobotka: ce l’abbiamo fino al 2028, per noi è un caposaldo. Poi non può giocare tutte le partite e tutti i minuti, come in ogni ruolo, quindi servono sostituzioni importanti. La mia competitività non è cambiata. In casa De Laurentiis la competitività è naturale, istintiva. A noi più le cose sono complicate più ci eccitano. Dopo lo Scudetto le cose si complicano, è normale. Dite che c’è l’Europa, ma non basta. Io dico che c’è da cambiare tanto in questo calcio. In tanti mi chiedono di fare un po’ di politica, ma io rispondo di no perché a me piace il mondo dei contenuti e in politica non sei libero di combinare in maniera industriale, la politica purtroppo è il gioco del compromesso e io non sono l’uomo del compromesso”.
Garcia: Lobotka sarà importante come il De Rossi della sua Roma?
“Il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo. Anche la forza della squadra che ha vinto lo Scudetto è stata anche questa. La rosa consta di giocatori forti, mi dà la possibilità con i cinque cambi di avere soluzioni importanti in panchina. Lobotka è un giocatore fantastico. Mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che giocano, che fanno possesso palla, ma anche che difendono subito quando l’avversario la recupera. E l’anno scorso, nelle partite del Napoli che ho visto, era così, tutti correvano. Ci sono tante squadre in cui ci sono le superstar che lavorano solo con la palla, poi hai problemi in fase difensiva. Il bello del Napoli invece è che tutti corrono, sia con la palla che senza”.
De Laurentiis: ancora sul futuro di Osimhen, ci sarà il rinnovo?
“Con lui ho parlato già prima della festa, siamo in linea di massimo d’accordo sul prolungamento di contratto per ulteriori due anni. Poi, per quanto riguarda gli altri giocatori è qualcosa che dovremo studiare con Rudi. Sono convinto, dopo tanti anni, che la preparazione nei ritiri sia fondamentale. E quindi noi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper col Barcellona, di andare a giocare col Manchester United sempre in amichevole. Vogliamo rimanere nella seconda parte di preparazione, dal 28 luglio al 12 agosto, qui e stiamo interpellando diverse squadre per farle venire a Castel di Sangro e non perdere tre giorni per ogni amichevole. Durante quel periodo ci si deve impallare, si deve mettere molta benzina o nafta, affinché si possa durare il più a lungo possibile. Non bisogna avere una sfiammata nei primi dieci incontri, vogliamo durare tutto il campionato. Per noi è importantissimo allenarci come si deve durante i due ritiri. Ovviamente lavoreremo anche prima, con Rudi stiamo già lavorando. Stiamo ragionando su chi potrebbe partire. Il problema è che bisogna vedere le persone negli occhi. I contratti servono a poco, servono solo per le penali semmai. Ma se io dico ‘Tu vuoi far parte della gloria del Napoli o pensi di andare su altre situazioni’. Dopo la vittoria dello Scudetto, devo ringraziare Spalletti per aver voluto un anno sabbatico. Perché? Perché dopo uno Scudetto la sazietà può giocarti un brutto scherzo. Invece con un allenatore nuovo, che sa toccare le corde del violino giusto, che non fa sedere nessuno dopo lo Scudetto, è più facile. Se i calciatori non s’impegnano il rating cala. Un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto di una bandiera. Chi sono i nostri clienti? Per chi lavoriamo noi della SSC Napoli? Per i nostri tifosi. Per la nostra città”.
Garcia: “Qualcuno simile a Gervinho in rosa? Giocatori come Gervinho ci sono già in rosa. Devo avere il tempo per conoscere gli uomini dietro i giocatori. Non vedo l’ora di parlare con loro e sapere su che tasti devo spingere per ottenere il meglio. Il talento c’è. Stiamo lavorando sulal squadra e vedremo chi resterà e chi andrà via. Il passaggio di consegne con Spalletti. Sono stato sostituito da Spalletti a Roma e ora arrivo dopo di lui qui a Napoli”.
Per De Laurentiis: sul primo incontro con Garcia?
“Non ho trovato delle diffidenze, né ho visto dei dubbi. Il che mi ha reso in questa immediatezza felice per la scelta. Sembrava quasi che ci fossimo incontrati in maniera naturale”.
Garcia: “Napoli squadra perfetta? Lo spero. Balzaretti ha parlato bene di me? Era un giocatore di talento con una bella anima anche fuori dal campo. E’ importante anche lo spirito di squadra. Sono sicuro di trovare un gruppo unito che ha voglia di vincere. Io devo tenere tutto questo vivo sul fuoco. La voglia di vincere fa scalare montagne”.
De Laurentiis: “Cosa mi ha colpito di Garcia? La sua spontaneità, la sua immediatezza. Sembrava che ci fossimo conosciuti da tempi. E sembrava che ci fossimo già incontrato nel passato, idealmente parlando. Quindi mi sono trovato in un meccanismo oleato, in cui c’è stata solo la razionalità di mostrare tutto ai suoi avvocati, rispondendo alle loro domande. Con lui c’è stata una cordialissima e immediata intesa. Io sono nato il 24 maggio, lui era ancora sotto l’influenza del segno dei gemelli. Quindi come avrei potuto sbagliarmi?”.
Garcia: “Che Napoli sarà? Saremo una squadra tosta, che lotta, una squadra che può crescere. Ci sono tanti calciatori giovani che a quell’età possono migliorare. L’ho fatto in passato e lo farò anche qui. Lavorerò col mio staff affinché la squadra sia competitiva”.
Garcia: “Anguissa? L’ho fatto esordire io a Marsiglia e lo conosco bene. E’ un po’ il mio piccolo anche se è una montagna fisicamente. Sono molto contento di ritrovarlo. Ha fatto un grande salto di qualità da quando è partito da Marsiglia. E’ andato in Inghilterra, in Spagna e in Italia ha dimostrato di essere un uomo importante in campo e nello spogliatoio. Lui sa che sarò più esigente con lui perché lo conosco bene. Può ancora migliorare ed è un grande piacere ritrovarlo”.
De Laurentiis: disse che sarebbe stato un Napoli osimheniano. Ora che Napoli sarà?
“Con Osimhen non mi sono sbagliato. Garcia l’ho scelto in undici giorni, ci siamo visti a cena, abbiamo fatto i contratti, che sono lunghi, glieli abbiamo fatti digerire. Da parte mia c’è tutto lo slancio per un nuovo inizio. L’uomo ha già dato, non deve dimostrare a Napoli chi è, anzi dobbiamo lasciarlo lavorare in tranquillità, senza mettere ansia e fretta, senza mettere limiti. Poi sarà quel che sarà”.
Garcia: è una panchina più bollente o stimolante?
“Il bello del mio mestiere è che, è vero che lasci persone e amici dove sei passato, ma poi ne trovi delle nuove. Darò il meglio di me. Chiunque si sieda sulla panchina del Napoli, dopo uno Scudetto, sa che il lavoro è arduo perché è difficile fare meglio. Ma i giocatori sanno di dover dare di più. Io non vengo qui a rivoluzionare tutto. Vediamo se la squadra somiglia nella rosa a quella dell’anno scorso, se sarà così non toccherò molto, ma qualcosa farò. Abbiamo parlato tanto di 4-3-3, ho fatto tanto bene col 4-3-3, ma ho usato anche altri moduli di gioco. Perché lo dico? Perché un allenatore deve adeguarsi alla rosa e trovare il modulo giusto. Sembra che il 4-3-3 sia perfetto per il Napoli, ma oggi ci sono analisi video, c’è uno staff che conosce i singoli, per cui la tua squadra deve saper cambiare anche modulo di gioco durante una partita. Voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante. Il mio modulo di base è quello, il 4-3-3, ma io voglio calciatori intelligenti”.
De Laurentiis: ha detto a Garcia che Osimhen resterà?
“Non l’ho detto a Garcia, l’ho detto da tempo: Osimhen deve rimanere. Poi se arriverà un’offerta importante per la salute del Napoli vedremo”.
Garcia: Cosa la spaventa? E cosa invece le piace? “Non ho paura di niente. Ho già fatto i complimenti per la stagione scorsa. Questa vittoria in campionato deve dare tanta fiducia a ognuno di loro, però quando si comincerà la nuova stagione, la preparazione, si riparte da zero. E’ molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza il collettivo si può arrivare a grandi traguardi. I calciatori da un lato devono dimenticare quello che hanno fatto. Questa fiducia, anzi, deve servire a rimanere umili. Ci sarà tanto lavoro. La cosa che mi è piaciuta invece è che ho visto una squadra. Non solo singoli, ma una squadra che difendeva tutti insieme. Poi la rosa è ampia, c’è anche la panchina per risolvere le partite. La cosa che mi ha rassicurato è che il presidente è ambizioso. Vuol dire che se è ambizioso mi darà una squadra di qualità. E con una squadra di qualità possiamo divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno dei gol, fanno di tutto per gestire la gara, avere il possesso palla e fare gol. Lasciatemi il tempo di lavorare con i giocatori, poi quando si parte si parte a bomba”.
Di nuovo l’allenatore: “Ci sarà tanto lavoro, a me è piaciuto vedere una squadra, non solo singoli di qualità. Una squadra che giocava bene e difendeva insieme. La rosa è ampia, c’è anche una panchina per risolvere le partite. Ciò che mi ha rassicurato è l’ambizione del presidente. Se lui è ambizioso, vuol dire che mi darà una squadra di qualità e con questa potremo continuare a divertire i tifosi. Le mie squadre attaccano, fanno gol e fanno di tutto per gestire la gara. Datemi il tempo di conoscere i giocatori e lavorare con loro. Quando inizieremo, lo faremo a bomba ma dovremo arrivare in fondo”.
De Laurentiis sulla scelta dell’allenatore: “Dal 5 giugno ho iniziato a pensare all’allenatore per undici giorni. Ho iniziato a vedere e selezionare chi giocava con successo con il 4-3-3. Molti avevano 4-2-3-1, 3-4-3 o 4-4-2. Per me era fondamentale mantenere l’assetto attuale, dovevo trovare un allenatore che avesse fatto strike con il 4-3-3. Guardando ciò che ha fatto Rudi a Roma in Serie A e a Lione in Champions League ho pensato che fosse quello giusto per il nostro caso. La UEFA ha bisogno di attestati continui per essere rieletti. Io non posso modificare da solo ciò che si è incrostato nel sistema. Però chiaramente la Champions è un parterre che mi permette di aumentare l’importanza del brand Napoli nel mondo. Noi abbiamo sempre giocato il ruolo dell’innovatore, l’avete visto con lo sponsor tecnico: non ci ho pensato due secondi a vestire anche quel ruolo lì. Cerchiamo di cambiare questo calcio, ma non è così facile. Bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone”.
Sulle ambizioni stagionali Garcia dice: “Con De Laurentiis ci siamo trovati d’accordo nelle ambizioni. Quando inizio una competizione io gioco per vincere. Il presidente ha alzato l’asticella. In Champions League ci sono club che hanno aspettato 15 anni per vincerla, spendendo tanti soldi e con il miglior allenatore in panchina. Il mio sogno è vincere trofei, sono qui per questo. Vincere lo scudetto dopo 33 anni è bellissimo, ma ogni anno il Napoli deve giocare la Champions ed essere molto importante in Italia”.
De Laurentiis: “Mi auguro che lo scudetto sia solo l’inizio. Ci abbiamo provato negli scorsi anni e finalmente ce l’abbiamo fatta. Speriamo sia solo l’inizio di un percorso che la città e i tifosi meritano. Adesso il nostro obiettivo è provare a ripeterci. Garcia è arrivato in semifinale di Champions League, speriamo di arrivare in finale. Ci metterei la firma”.
Il nuovo allenatore azzurro prende parola:
“Il primo regalo è essere qui con voi a Napoli. La cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. Prima di tutto vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza. E poi vorrei anche fare i complimenti al presidente, alla sua squadra che tra poco sarà la mia, per quello che hanno fatto nell’ultima stagione. Quando sono arrivato in città e ho visto tutte le bandiere e gli striscioni, mi sono reso conto che i tifosi, la città sono molto fieri della squadra. E l’obiettivo è far sì che questo accada anche nel futuro”.
Parla il presidente: “Ringrazio il direttore per averci ospitati in questo posto regale. Stabiliamo un augurio di continuazione perché il Napoli, in maniera regale, grazie anche al nuovo allenatore, possa procedere negli anni a venire e nella prossima stagione”.
Presiedono sul palco De Laurentiis, Garcia e il direttore del Museo di Capodimonte.