Editoriale

L’insostenibile leggerezza dei tifosi italiani, mentre gli inglesi pesano tanto

tifosi inglesi

Quanto pesano i tifosi? Hanno un peso uguale, ovunque, oppure cambia a seconda delle coordinate geografiche? Il peso in uscita è proporzionato a quello in entrata?

Tante le domande in cerca di risposte:
Un tifoso, oltre al cuore, al tempo, e ad ampi stralci della propria vita, mette sul piatto della tormentata relazione pallonara, anche un gruzzoletto di soldi.
Insomma, in uscita ci si alleggerisce un bel po’, in spirito e carne.

In entrata, si ricevono gioie e dolori, lacrime e sorrisi ed emozioni grandi ma, in concreto, nelle scelte dei club, quanto pesano i tifosi. Stando alle vicende recenti, dipende dal paese.
In Inghilterra i supporters pesano parecchio, se, come accaduto, sono stati i tifosi anglosassoni a far fallire la Super Lega con il loro secco “No!”

Sono stati perentori anche i tifosi del Tottenham che, con un hashtag #NotoGattuso, si sono rivoltati sui social e il mister non è finito a Londra. Senza entrare nel merito, di vicende diverse e imparagonabili resta la certezza che i tifosi riescono a determinare scelte, per i propri club ed anche a livello più alto.

Insomma, gli inglesi, pare, abbiano molto peso. Eppure le proprietà sono, spesso, straniere e votate al business ma è, probabilmente, proprio per questo che ritengono opportuno assecondare i desiderata dei fans. Si dirà, è anche una questione di mentalità, un paradigma socio-culturale ineludibile e, pure, una diversa cultura sportiva.

Tutto giusto ma il concept potrebbe essere esportato. In altri paesi, l’Italia, ad esempio, i tifosi sembrano pesare meno nelle scelte calcistiche, ad ogni livello. In Italia, il potere calcistico assume, spesso, un atteggiamento distaccato dalle masse popolari. Si trincera dietro il silenzio e l’attendismo e fa fatica a prendere posizioni definite ed equidistanti.

Tanta strategia e tattica poca concretezza. Tanto, alla fine, ci sarà qualcuno che si prenderà la responsabilità di decidere, se nel frattempo non sarà tutto prescritto. Così, i tifosi italiani, galleggiano sul mare infinito della rassegnazione, avvolti da una nube di ineluttabilità.

Non bastano clamorose rivelazioni giornalistiche e neppure prove schiaccianti, se non, addirittura, clamorose inchieste giudiziarie. Nulla cambia e tutto è immutabile, compresa l’immunità che poi è uguale ad impunibilità.

Sicuramente la situazione è peggiorata in epoca Covid, con gli stadi chiusi, si sono confuse un po’ le idee e i signori del calcio si sono convinti, ancor di più, che sia un loro affare privato da gestire come meglio credono. Salvo, poi, lamentarsi per i mancati guadagni da botteghino e invocare le riaperture in nome del dio incasso.

Anche questa faccenda sbattuta, continuamente, in faccia alla gente, del calcio-azienda e puro business, si sta facendo parecchio pesante.  Così che, i poveri tifosi, si sentano, quasi in colpa e costretti ad accettare tutto, terrorizzati dall’idea di vedere indebolito l’amato club.

Quasi, fosse stato imposto, da un’entità superiore, ad un tranquillo gruppo di gentiluomini di mezza età, di fare i presidenti di società di calcio e, peggio ancora, indebitarsi in modo intollerabile.

Restano in ballo un bel po’ di faccende da sistemare nel calcio, europeo e italiano, in un tempo sospeso causa Europei che a breve finiranno e, allora, si vedrà se il finale dell’ennesimo pasticcio sarà definito:
In punto di diritto, in punta di naso (quello dei tifosi) o a tarallucci e vino, con buona pace degli inglesi. Oh my God!

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