Editoriale

Lettera aperta a Marek Hamsik, Capitano e uomo vero

Si spengono le luci, oggi sta diventando domani ma i compleanni dei grandi durano di più.
Nei giorni speciali passata l’euforia ci si sente un po’ svuotati e prima che la stanchezza prenda il sopravvento si fanno dei bilanci.

Chissà a cosa starai pensando, Capitano.

Trent’anni sono una tappa importante per tutti ma soprattutto per un calciatore.

Hai vissuto metà della tua vita nel Luna Park calcistico, una realtà parallela a quella dei comuni mortali.

Le montagne russe del successo mettono a dura prova l’equilibrio mentale.

Un giorno dio, l’altro paria, soldi tanti, quanti ne basterebbero per sistemare intere generazioni.

Poi l’affetto prorompente dei tifosi, la gioia per una vittoria, la delusione per una sconfitta, i cori e i fischi.

Dagli altari alla polvere. Su e giù.

Non deve essere facile ma quando si è uomini veri non si perde l’equilibrio.

La cresta da duro sulla faccia da brav’ guaglion’ è un cult, in tanti ti imitano ma quell’espressione ‘Un po’ così’ ce l’hai solo tu.

Quanti ricordi e quanti chilometri.

Mi viene in mente quella sera a Milano, Ringhio Gattuso si comportò veramente male, uno spettacolo brutto da vedere.

Poi i trofei alzati, le notti Champions gli allenatori passati, i compagni di squadra salutati. campioni e gregari.

I tatuaggi fatti e c’è ancora spazio per quello più importante, professionalmente parlando…

La tua classe cristallina ha fatto gola a tanti Club importanti e qualche anno fa, dopo una stagione deludente hai anche pensato di cambiare aria.

Ma qualcosa ti ha trattenuto,  un patto fatto con te stesso?

Una mattina ti sei guardato allo specchio forse era un lunedì nato da una domenica triste, magari avevi alzato gli occhi verso gli spalti pieni e avevi visto la delusione che non riusciva a soffocare l’amore e la speranza di un popolo.Hai pensato “Io voglio vincere qua, perché qua sono destinato a farlo”

Non ti hanno fatto cambiare idea neppure le rapine subite, sei troppo intelligente per non sapere che accadono ovunque.

E allora tanti auguri Capitano silenzioso.

Incantaci ancora con le tue veroniche, vogliamo vederti entrare in campo per primo nel ventre molle e roseo del San Paolo e negli stadi d’Italia e d’Europa.
Dietro di te un gruppo di bravi ragazzi che al massimo esagera con il gel, i tatuaggi e gli orecchini ma che rappresenta il lato più bello e pulito del Calcio.

Buon compleanno Capitano e uomo vero.

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