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Lettera a Mister Maurizio Sarri

Caro Mister Maurizio, ti scrivo così mi distraggo un pó da questa malinconia canaglia che ha preso il posto dell’ euforia degli ultimi giorni. Il calcio si sa è la metafora della vita che un po’ prende e un po’ da e oggi ha preso. Contro il Bologna hai festeggiato le 400 panchine da professionista. Dalla Sangiovannese al Napoli il passo è lungo dodici anni, pochi o troppi, questo dipende dai punti di vista. Ma il difficile viene ora, checchè tu ne dica, perché la pressione si fa sentire, le aspettative di un popolo intero sono un fardello pesante, tanto, quanto gli sguardi di tutti puntati su di te. Ogni mossa, ogni parola viene analizzata e interpretata aldilà  del suo reale significato e tutto diventa maledettamente complicato. Il destino passa per la tua testa e per i piedi di una ventina di ragazzi, per non parlare delle altre variabili (fortuna, caso, avversari errori arbitrali) che non puoi assolutamente controllare. La tua vita sembra scritta da uno sceneggiatore, un destino segnato da un luogo scelto dal caso. La storia di un eroe romantico che usa la razionalità, un uomo fuori dagli schemi, un divergente. Ragione e sentimento. Oggi non è stato ‘Nu Juorn buon’ si è aperta una falla “La mente umana è fallibile” Lo hai detto tu ma ha anche grandi capacità di auto guarigione. In fondo dal  buco è fuoriuscito solo un soffio, dell’ energia vItale che alimenta il meccanismo perfetto.  Ora ti ritufferai a capofitto nel lavoro, che poi è la cosa che ti riesce meglio, segui il tuo istinto, annusi l’aria e chiami a raccolta il gruppo con l’aiuto dei leaders,  pietre d’angolo del tuo progetto. Lavoro, fiducia e orgoglio per far ripartire il circolo virtuoso. In bocca al lupo Mister Maurizio e “Sient’ a me nun dà rett’ a nisciun”.

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