LEGGE DI STABILITA’: IL CALCIO MERCATO SOTTO TIRO
La legge di stabilità, oggetto in questi giorni di numerose modifiche per la definitiva approvazione, sembrerebbe toccare anche il mondo del calcio e dello sport professionistico in generale. Infatti, la compravendita di calciatori, cestisti, pallavolisti, etc, finirà in questa legge, a seguito di un emendamento della Commissione Bilancio della Camera a firma dei deputati del PD Castricone e Covello, prevedendo un prelievo del 15% del valore della trattativa, detratto il compenso riconosciuto all’agente.
Lo scopo è quello di far emergere utili spesso nascosti al fisco, con il conseguente incremento del gettito fiscale, portando una notevole riduzione dei contenziosi fiscali tra atleti e fisco.
Sotto controllo, così, il Fisco, avrà, tanto le mediazioni di compravendita di soggetti terzi, che le trattative, la ridiscussione di ingaggi, i prolungamenti di contratto. A seguito quindi di una vendita di un calciatore da una squadra ad un’ altra, alla tassazione normale dovuta all’ingaggio, dovrà essere aggiunto un 15% ulteriore del valore della trattativa, detratto il costo della parcella dovuta al suo agente.
L’emendamento considera come fringe benefit parte dell’ingaggio, già regolarmente tassato alla fonte, essendo gli atleti dei lavoratori dipendenti. Cioè una parte del costo della trattativa, il 15%, viene considerata parte extra dello stipendio e quindi sottoposta a tassazione, detratto il costo che l’atleta versa al suo procuratore per la trattativa.
Il vero obbiettivo del Fisco, è quindi quello di ridurre l’evasione generata dalla poca trasparenza delle trattative di mercato e dal ruolo, spesso bifronte, degli agenti. Questo nasce dal fatto che in Italia non è prevista, a differenza di quanto accade in altre Leghe, la doppia rappresentanza. Gli agenti possono prestare la loro attività a favore o di un club, oppure del calciatore. Tuttavia, l’attività degli agenti è diretta a convincere entrambe le parti della trattativa sulla bontà di un affare ed a favorire gli interessi sia del club che del calciatore. Per cui, si trovano ad essere remunerati da entrambe le parti.
Va anche detto che, secondo l’amministrazione finanziaria, gestendo i pagamenti in questo modo, in molte circostanze ci sarebbe la volontà di tutte le parti di pagare meno tasse e di aggirare il Fisco. In effetti, i soldi che il club paga al procuratore sono considerati dai club come costi della gestione aziendale e quindi abbattono integralmente l’imponibile. Con un altro “vantaggio” non da poco: pagando una quota dell’ingaggio concordato con l’atleta non direttamente a quest’ultimo sotto forma di stipendio, bensì come corrispettivo al suo procuratore, la società risparmia una quota supplementare di imposte.
L’emendamento appena approvato alla Camera perciò stabilisce un prelievo per evitare queste presunte frodi, sancendo, che il 15% dei compensi versati dai club agli agenti dei calciatori, rappresenti una parte dello stipendio di questi ultimi e che, quindi, su queste somme, debba essere applicata l’aliquota Irpef più alta.