A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Pantaleo Corvino, direttore area tecnica del Lecce.
“Il Lecce vuole rimanere sostenibile per cui restiamo in sicurezza economica. E’ chiaro che le nostre sono sfide quasi miracolose e quando ci riusciamo, se ci riusciamo siamo felici. E’ da un po’ di anni che queste sfide le vinciamo, ma ogni anno si ripropone la sfida. Quest’anno abbiamo una squadra giovane, abbiamo messo dentro 7 ragazzi della primavera.
Abbiamo troppi rimpianti sulla sfida con la Juve; per il rosso a Kaba che è stato giudicato così, ma era dubbio, ma non vogliamo attaccarci a queste sfumature anche se restare in 10 non ci ha aiutato. Ci sono tante recriminazioni sulla partita con la Juve che ci portiamo dietro e ne parlo perchè me lo state chiedendo, ma nonostante ciò non dobbiamo cercare alibi, ma andare avanti senza perdere le nostre caratteristiche. Gli arbitri, così come i tifosi, gli allenatori, i direttori li considero a pieno titolo.Li metterei tutti sullo stesso livello, si tratta di un patrimonio che il calcio italiano deve capire e sostenere. Gli errori possono succedere, la cosa che mi rammarica è che nelle ultime 2/3 trasferte ci hanno visto penalizzati con decisioni che, ripeto, possono succedere, ma speriamo non succedano più.
Abbiamo la squadra più giovane del campionato. D’Aversa ha grande cultura e qualità del lavoro. Sono felice di averlo scelto dopo aver avuto Baroni. D’Aversa sta dimostrando di essere un tecnico capace non solo di allenare il Lecce perché lo vedo lavorare tutti i giorni e ci metto la mano sul fuoco.
La sfida col Napoli? Siamo le due squadre del sud e dobbiamo essere felici e contenti di questo. Il Napoli campione d’Italia ha fatto le prove di trasmissione ad inizio campionato, ma ora partono i programmi, è forte e sta prendendo le misure. Questa sfida ci permette di poterci misurare e dimostrare di poterci salvare. Adesso il Napoli si è sintonizzato per cui non sarà facile per noi, sarà una sfida tra Davide e Golia, ma siamo felici.
Krstovic era sconosciuto ai più, ma non a chi come noi cerca risorse in mercati alternativi. Con i suoi 23 gol, capocannoniere non era poi così sconosciuto”.