Le pagelle di Napoli-Union
Dopotutto domani è un altro giorno e Io speriamo che me la cavo
Meret 6 A volte sembra l’ultima sentinella dimenticata nel forte, nell’immensità della prateria.
Di Lorenzo 5,5 Il capitano di quello che era una volta il plotone di cavalleria più famoso del west, ha la divisa impolverata e il cavallo stanco.
Rrahmani 6 Soldato esperto, racconta davanti al fuoco dell’accampamento “Sappiamo come metterci sui calci d’angolo a favore e se siamo in vantaggio”
Allora perché sbagliate? Vi manca l’esercitazione? Siete distratti?
Natan 6.5 Il giovane caporale ha più freschezza e entusiasmo degli altri, forse perché non può fare paragoni.
Mario Rui 6 Il portoghese ci prova e non molla ma sa che la situazione è complicata
Anguissa 5.5 È stato protagonista bello e tenebroso di tanti film western ma ora arranca. Ci prova fino a che il fisico regge.
Lobotka 6 il Munaciello fa il giro del forte parla con i compagni, rincuora, ragiona ma non può impedire da solo agli indiani di entrare.
Zielinski 5.5 Si sta sgonfiando pure lui
Politano 7 Il migliore di tutti addirittura si infila tra le fila nemiche e li spaventa ma non basta.
Raspadori 5 Il guastatore gira intorno al campo degli indiani ma inutilmente. Prova a farsi inseguire per far entrare i compagni ma gli avversari non si muovono.
Kvara 5.5 Si sbatte ma sbatte contro il muro nemico. Non sempre l’estemporaneità basta.
Il generale deve preparare la tattica giusta.
Simeone 5.5 Si sente abbandonato e come dargli torto
Olivera 5.5 poco da aggiungere
Lindstrom sv
Cajuste sv
Garcia 5
Le parole non sono il suo forte ma lasciano il tempo che trovano.
Quello che conta sono i fatti e i fatti dicono che lui e la sua squadra sono insufficienti.
Prendere un gol del genere è inadeguato, non riuscire a riprendere la partita è grave.
Continuare a parlare di buone prestazioni e avere fiducia nel domani è poco credibile,
Anche Rossella O’ Hara lo sapeva.
Il Napoli perde soldi di premi, lo stadio comincia a svuotarsi, i calciatori sono spremuti per poi lasciare finire tutto, più o meno, sempre con
«Dopotutto, domani è un altro giorno!»
E io speriamo che me la cavo,