Dopo la brutta sconfitta contro la Lazio, il Napoli andrà in ritiro fino alla partita con il Torino.
In questi giorni non si preparerà solo la sfida con i granata ma si cercherà di capire il perché di una serata così storta e una resa incondizionata, consumatasi sotto gli occhi del Presidente De Laurentiis.
È solo il 60esimo, manca oltre mezz’ora alla fine della partita con la Lazio quando, il Napoli si arrende e depone le armi e l’onore. Subito il secondo gol, per un errore di Mario Rui, la squadra si consegna definitivamente agli avversari senza, neppure, accennare ad una reazione.
Due sconfitte in tre giorni, pesanti e che lasciano il segno ma, se contro l’Inter si era addirittura elogiata la prestazione degli uomini di Gattuso, contro la Lazio la disfatta è totale. Perché? Banalmente perché, fatta salva la buona pace di due-tre calciatori che hanno provato a fare il proprio dovere, degli altri non si salva nessuno, subentranti compresi.
Dall’esterno è quasi impossibile individuare una causa precisa, perché sembrano tutti colpevoli. Come in “Assassinio sull’Orient Express” non c’è un omicida ma lo sono tutti, ognuno per motivi diversi.
Trovare cause e soluzioni tocca ai professionisti pagati, anche, per questo, dovranno capirlo e poi, magari, spiegarlo, anche, ai tifosi che meritano risposte.
“Alleniamo un gruppo molto serio e professionale”. Non lasciano dubbi a nessun retropensiero le parole di Riccio, il secondo di Gattuso, quindi il ritiro non può avere un intento punitivo ma ‘ricostitutivo’: Testa, obiettivi, consapevolezza.
Il campionato è lungo, non si può mollare alla fine del primo tempo.