In un’intervista che è possibile leggere in versione integrale su “Il Mattino” oggi in edicola l’arbitro di Torre Annunziata Marco Guida parla dell’emozione dell’esordio in una competizione europea trenta anni dopo il salernitano D’Elia ultimo direttore campano ad arbitrare una partita di una coppa europea.
Questi alcuni passaggi delle parole dell’arbitro che ha diretto in Champions League Tottenham-Stella Rossa:
“Mi è venuto in mente il piccolo Marco che sul campo San Rocco di Capodimonte arbitrava la sua prima partita quasi 22 anni fa.
Dopo aver smesso di giocare al calcio ho preso un anno di pausa anche perché al liceo prendevo brutti voti. Il calcio mi mancava e con il corso di Antonio Fiorenza è nata una passione che guida ogni passo della mia vita.
Quando ho sentito le prime note della musichetta della Champions un brivido sulla schiena mi è venuto. Nonostante nella Champions ci siano grandi interessi in gioco, in Italia porti dentro pressioni maggiori sia da parte dei giocatori che dell’ambiente. Si affronta la partita tecnicamente in maniera diversa.
Mio padre Alfonso prima delle partite mi manda sempre un messaggio che poi conclude con statte accort’. Lui è il primo a dirmi quando ho sbagliato. Io rivedo l’errore con senso di autocritica per capire dove ho sbagliato.
Prima delle gare l’UEFA organizza una riunione con un tattico per spiegarci davanti a quali situazioni possiamo trovarci in campo.
La cosa che conta è arrivare preparati perché ogni situazione la risolvi. Se vivi un imprevisto come un pericolo viene l’ansia e si sbaglia. Il vero errore è non essere uniformi nel giudicare le cose.
Il VAR una manna dal cielo, siamo tutti più sereni. Sappiamo che abbiamo uno strumento che può aiutarci. Comunque meglio dirigere una partita che stare davanti a un monitor.
Violenza? Solo in un episodio ho temuto per la mia incolumità, in Saviano-Solofra quando un mio assistente ha preso anche dei calci in pancia. Purtroppo ancora ne accadono.
Arbitro donna in Serie A? Quando lo meriterà e spero che sia la campana Maria Marotta di Sapri”.